Titolo: DAMPYRRegia: RICCARDO CHEMELLO
Soggetto: M. BOSELLI, M. COLOMBO
Sceneggiatura: M. BOSELLI, G. MASI, A. OSTINI, M. UZZEO
Interpreti: WADE BRIGGS (Harlan), STUART MARTIN (Kurjak), FRIDA GUSTAVSSON (Tesla)
Durata, Col., Orig.: 120’, C, ITA
Produzione: BONELLI ENTERTAINMENT, EAGLE PICTURES, BRANDON BOX
Uscita: 28-10-2022
È uscito ieri nelle sale italiane Dampyr, film tratto dai primi due episodi della serie e prima produzione della Bonelli Entertainment.
Nella prima giornata di programmazione, il 28 ottobre, trecento sale italiane si collegano in diretta con il red carpet a Lucca, dove ha luogo la prima presenziata dal cast e presentata dal trio Medusa. Vengono intervistati i produttori Sgaravatti, Masiero, Sarno, Proia, gli attori Martin Stuart, Luke Roberts (Draka), David Morrissey (Gorka, il Governatore di The Walking Dead), e il regista Riccardo Chemello, qui al suo esordio alla regia.
Dopo i circa quarantacinque minuti della presentazione, parte la logo animation del nuovo brand Bonelli Entertainment: è la nascita di qualcosa di nuovo, nel segno del fumetto e del cinema italiano. Ed ecco, finalmente, il film.
Una donna sta partorendo tra grandi sofferenze, assistita da tre anziane, mentre il padre sta galoppando di gran carriera per raggiungere la casa. È evidentemente un uomo potente e pericoloso, perché le tre Guardiane lo tengono fuori con la magia. Il bambino, Harlan, viene alla luce, ma il parto uccide la madre. Il cavaliere Draka, tenuto a distanza, deve accontentarsi di vedere il figlio da lontano, senza poterlo abbracciare.
Sulle note di Walk on the Wild Side di Lou Reed, l’azione si sposta nei Balcani, nell’anno 1992. Una milizia dell’esercito, guidata dal comandante Kurjak, giunge al villaggio di Yorvolak, dove ha l’ordine di tenere la posizione. Il paese è spettrale e sembra siano tutti morti, nella chiesa c’è un’impressionante massa di cadaveri lacerati da orribili ferite. Un vecchio, unico sopravvissuto del villaggio, dice che è opera del diavolo e che l’unico a poterli salvare è il Dampyr. Il soldato Lazar sembra sapere di chi parli l’uomo e quando, la sera, molti commilitoni vengono uccisi da misteriosi nemici, Kurjak lo manda a prendere il Dampyr.Quando Lazar li raggiunge, Harlan Draka e il giovane Yuri sono impegnati in una truffaldina attività di “disinfestazione” dai vampiri nei villaggi del circondario: è Harlan il famigerato Dampyr, cioè figlio di un vampiro e un’umana, l’unico in grado di uccidere i succhiasangue.
Il vero nemico, però, muove i fili da lontano e vede tutto attraverso gli occhi della vampira. È il potente Gorka, il Maestro della Notte a cui appartiene il branco di vampiri e a cui Tesla vorrebbe ribellarsi.
Molti cadranno sotto gli artigli di Gorka e altri diventeranno suoi schiavi non-morti, mentre Harlan, Kurjak e Tesla formeranno un’improbabile squadra in un epico scontro finale nella biblioteca della città di Sarajevo, l’inizio di una lunga guerra tra vampiri e umani.
La dinamica regia di Chemello dà subito ritmo al film, veloce già nel prologo dal grande impatto visivo, che mostra lo scontro tra le Guardiane, che proteggono la casa in cui nasce Harlan in una magica bolla blu, e un impotente Draka avvolto da un vortice rosso fiamma. L’ambientazione balcanica risulta suggestiva e convincente in virtù della scelta di vere location in Romania (poco è dovuto agli effetti speciali e alle riprese in un teatro di posa), e mostra un clima di desolazione tipico di una zona di guerra, di cui non vengono nascosti vittime e orrori.Non manca una parentesi comica, quando Harlan finge di esorcizzare con un improbabile latino il cimitero del villaggio di Iostamira, dove possiamo ammirare l’umanità locale, vestita di abiti campagnoli antiquati e dai mille colori.
La fotografia è plumbea nelle scene notturne, nitida e luminosa nelle scene diurne. Interessante in generale la scelta dei colori e di certi ambienti, che assume particolare significato quando Harlan attraversa una strettoia uterina verso un cunicolo dalla luce rossastra per raggiungere Gorka, che sembra alludere alla sua rinascita come eroe e paladino del Bene.
Gli attori sono tutti ben calati nelle rispettive parti, e particolarmente convicenti sono le interpretazioni di Stuart Martin e Frida Gustavsson.Considerando la fedeltà al fumetto, il film non potrà non trovare l’approvazione dei lettori della serie, ma per le sue qualità piacerà senz’altro a tutti gli estimatori del cinema horror e fantastico.
Dampyr, infatti, si rivela un ottimo film, ben girato, con una storia solida e (cinematograficamente) originale, che va ben oltre il solito cine-fumetto tutto effetti speciali.
Questo è l’inizio di una nuova grande avventura della Bonelli, ma anche la rinascita del grande horror italiano.
Risorse Web:
Scheda di Dampyr su IMDB.com
Scheda di Dampyr su Wikipedia
Bonelli Entertainment
Sergio Bonelli Editore
Pagina Facebook di Dampyr
Pagina Facebook del film
Il giorno dopo, a casa di Kira, Charles conosce la madre, il padre Waru, che fa il ranger nella riserva, e la collega di questi Merri, i quali raccontano del rinvenimento di animali dissanguati. Giunge poi il nonno di Kira, Djalu, avendo anche lui percepito la presenza del vampiro.
In questo speciale vediamo per la prima volta in azione il giovane Dampyr Charles, in una storia che riannoda fili narrativi seminati da
Finito il racconto, arriva per Harlan il momento di fare qualche domanda al padre e a Caleb, ai quali muove l’accusa di averlo manovrato per i loro scopi. Draka gli risponde che se avesse voluto solo avere un’arma contro i suoi simili avrebbe potuto generare un Dampyr con una donna qualsiasi, che sarebbe stata di fatto una schiava. Ma sapeva che avrebbe potuto farlo solo con una donna amata. Furono poi le Guardiane della Legge a portarglielo via, ma Draka guardò e protesse sempre il figlio da lontano.
Nella seconda parte, complice la birra dell’Aquila Verde, Draka e Caleb ammettono di aver usato Harlan per combattere i Maestri della Notte. Ma Harlan capisce, alla fine, che forse non è poi così importante, perché sa di avere la loro stima e il loro affetto.
In seguito, i due compagni di battaglia rimasero con il Dampyr, che venne addestrato al combattimento da Emil. Ben presto arrivò una nuova sfida da affrontare: portare in salvo una famiglia indifesa, formata da Melisa e i due figli, che si nascondeva dalla Legione Nera, i cui spietati miliziani seminavano morte e distruzione nei villaggi della zona.
Ad eccezione di una tavola di raccordo di
All’Aquila Verde giunge ora anche Harlan, che continua il racconto con la sua voce. Lasciato da Stana e con le zie passate a miglior vita, a vent’anni Harlan si trasferì a Londra, continuando a sognare il padre e la terra dei Maestri. In quegli anni, però, non accettava la sua natura e cercava di ignorare i messaggi di Draka, godendosi la vita nella swinging London degli anni Sessanta.
Per un certo periodo tutto andò bene, finché i militari dell’Armata Repubblicana, guidati dal comandante Emil Kurjak, non prelevarono a forza i due cacciatori di vampiri per portarli al villaggio di Yorvolak, infestato da veri vampiri. Fu allora che le loro vite cambiarono per sempre.

Già da molti secoli, il Maestro della Notte aveva l’idea di mettere al mondo un dampyr, ma sapeva che per farlo avrebbe dovuto trovare una donna speciale. Credette di averla trovata quando conobbe la contessa Fortunata Guizzardi, una donna che salvò dal capriccio di un nobile spagnolo e che tenne con sé, finendo per innamorarsene. Si era da poco conclusa la Guerra dei Trent’anni, quando Draka si recò da Caleb per chiedergli se si sarebbe potuto occupare del nascituro che aveva in mente di generare. Fortunata, però, venne uccisa prima che Draka potesse realizzare il suo proposito.
Questo primo episodio delle “Origini di Dampyr” narra una storia intensa, che rievoca gli eventi del passato di Draka e Harlan, alcuni dei quali erano stati in parte raccontati, ma su cui viene gettata nuova luce. Vengono approfondite soprattutto le motivazioni delle azioni di Draka, il quale dimostra emozioni in definitiva molto umane: è un viveur, ma anche un romantico quando stringe tra le braccia la donna giusta, un nemico vendicativo, ma anche un padre attento. E di fatti, oltre al forte legame con le due donne amate nella sua vita, questo episodio suggerisce che sia stato proprio un desiderio di paternità a spingerlo a generare un dampyr, più che l’idea di procurarsi un’arma formidabile contro gli altri Maestri. Viene poi finalmente esplicitato il suo rapporto con Caleb e con le Guardiane.
I disegni sono realizzati da
DARK PINOCCHIO (Giusfredi / Dal Lago, Delladio / Dal Lago, Pastorello)
Scoperto che i suoi avversari sono immuni alle armi convenzionali, Harlan trova il modo di affrontarli e mette le mani sul prezioso diario di Gaetano Giulio Zumbo, artista seicentesco dei modelli anatomici in cera e inventore della misteriosa “cera animale”. I nostri si trovano, così, a dover sbrogliare la matassa di una rivalità secolare tra immortali, in cui è coinvolto indirettamente anche un Maestro della Notte.
I disegni di Avogadro risultano molto realistici e cinematografici nella resa visiva e nelle inquadrature. Particolarmente riuscita è la scena dello scontro tra Harlan e la guardia del corpo Johannes, in cui è molto curata anche la “fotografia”, con un’illuminazione dal basso che conferisce alla scena un’atmosfera drammatica. Notevoli poi i cambi di tecnica dei flash-back: pittorici nella storia di Zumbo e “posterizzati” in un piattissimo b/n nella sequenza con Saint-Germain.
Il capovillaggio rivela ad Harlan il nascondiglio del branco, avendo riconosciuto in lui una creatura più forte degli uomini pantera. Da parte loro, i vampiri di Omulù vogliono vendicare il Maestro, che sanno essere stato ucciso dal Dampyr. I nostri si alleano quindi con gli uomini di Brown, fornendo loro proiettili trattati, e si inoltrano nelle caverne dove si nascondono i vampiri. La lotta è senza quartiere, ma ben presto i nostri scopriranno che i veri nemici non sono i non-morti contro cui combattono.
Spettacolari i disegni di
Nelle cinque tavole di questa storia scritta da Pietro Gandolfi veniamo portati in un mondo post-apocalittico che ricorda quello di Io sono leggenda, un mondo in cui le strade sono vuote, le case in rovina e forse l’aria è contaminata (a giudicare dalle maschere antigas che compaiono nel finale). L’eroina dal look alla Sigourney Weaver di Alien e la spada alla Michonne di The Walking Dead, è una guerriera (di cui non ci viene detto il nome) che non è disposta a nessun compromesso, ma che custodisce gelosamente nel cuore la speranza di un vita in cui non essere più sola, in cui non doversi più nascondere o scappare: una vita degna di tale nome.
Se nella precedente collaborazione degli autori (il bell’horror intimistico L’ultimo respiro) lo stile era più “crepuscolare” e onirico, con un chiaro omaggio a José González, qui i disegni di Toni Viceconti, in tavole molto articolate, si fanno più netti e carichi di dettagli, per meglio rendere la desolazione del racconto, con un’estetica che si rifà a The Walking Dead: rottami, carogne, rovina e abbandono. Ben caratterizzata l’eroina della storia, il cui volto riesce a trasmettere sorpresa, rabbia e determinazione. I vampiri diurni sono raffigurati come mostri ripugnanti, dai nasi pipistrelleschi, a volte con ali membranose, sorta di mix tra la versione chirottera del Dracula di Gary Oldman e i vampiri mostruosi di Underworld, nell’alveo ormai consolidato di un ritorno della figura del vampiro al genere horror.
Oggi. Maud Nightingale è a Calcutta per una conferenza. Mentre cammina per strada con il suo amico Neel, viene avvicinata da Harish, che le chiede di consegnare il rasāyana alla Principessa e di non farlo avere a tale Uptal. Al contatto con la sua mano, Maud ha una visione di soldati con la scimitarra che uccidono donne e bambini. Neel interviene per allontanare Harish e ne nasce una rissa, in cui intervengono degli agenti: l’amico di Maud finisce in ospedale e Harish ucciso.
Quella imbastita da