Autore: FABIO GIOVANNINI
Prima edizione: ALTA TENSIONE, 12-2021
Copertina: Rielaborazione foto promozionale per il film Il pozzo e il pendolo (1961)
Pagine: 376
Nello scorso dicembre le edizioni Alta Tensione hanno pubblicato un sontuoso volume sulla regina del gotico: Barbara Steele. Una «dea dolce e malvagia, capace di attrarre e nello stesso tempo di allarmare, dotata di una bellezza» non convenzionale e inquietante, che Fabio Giovannini omaggia con questa biografia cinematografica dall’imponente corredo iconografico, passandone in rassegna l’intera produzione.
Questo tomo è, in effetti, una versione “deluxe” in carta patinata e stampa a colori di Barbara Steele. Oltre l’icona del gotico della Shatter Edizioni, libro di minor formato e con un numero assai ridotto di immagini (ma con il bonus del capitolo “La parola a Barbara Steele”, che raccoglie stralci di interviste sul cinema e sull’horror).
Il successo per Barbara arrivò nel 1960, quando, dopo alcune commedie girate in Inghilterra, giunse in Italia e iniziò a lavorare con Mario Bava, alla sua prima regia con La maschera del demonio. Nel film ricopre il doppio ruolo della strega-vampira Asa e della discendente Katia, e rende magistralmente i due personaggi: la prima diabolica e fragile, la seconda virginale e irascibile.
In America, dopo aver abbandonato un film con Elvis Presley, partecipò a Il pozzo e il pendolo di Roger Corman, al fianco di Vincent Price. Di nuovo in Italia, fu interprete per Riccardo Freda dei thriller gotici L’orribile segreto del dottor Hichcock e Lo spettro, in cui ebbe l’onore del primo posto nei titoli. Freda ne lodò la recitazione, descrivendo i suoi occhi come «metafisici» e «alla De Chirico».
Nel 1962 Barbara realizzò il sogno di lavorare con Federico Fellini, per il quale ricoprì un ruolo in 8 e ½, film che le portò grande notorietà e le procurò ruoli al fianco di Tognazzi, Vianello, Chiari, Gassman. Nel 1963 tornò al genere gotico in due film di fantasmi diretti da Antonio Margheriti: Danza macabra e I lunghi capelli della morte, inizialmente pensato come una riduzione di Carmilla di Le Fanu. Margheriti, che sembra ne fosse invaghito, arrivò a definirla «forse la migliore attrice horror di tutti i tempi».
Tra il 1965 e il 1966 Barbara fu la protagonista degli horror Amanti d’oltretomba, 5 tombe per un medium e Un angelo per Satana. Quindi recitò in Il lago di Satana di Michael Reeves e Black Horror (Le messe nere) di Vernon Sewell, in cui compaiono anche Christopher Lee e Boris Karloff. Con Lee mantenne una duratura amicizia e vi avrebbe anche dovuto girare nel 1974 un Dracula per la regia di Pim de la Parra.
Nel 1969 sposò lo scrittore americano James Poe, con cui ebbe un figlio, e si trasferì in America lasciando l’Italia, scelta di cui si sarebbe pentita per tutta la vita. Quindi lavorò con Jonathan Demme, David Cronenberg, Louis Malle, Joe Dante, Denny Harris, e con Dan Curtis, prima come produttrice e poi come interprete del remake di Dark Shadows.
Negli anni Duemila, Barbara finalmente accettò il ruolo di regina dell’horror, genere che le era stato sempre stretto, e al periodo 2012-2014 risalgono le sue ultime interpretazioni, in The Butterfly Room – La stanza delle farfalle e Lost River. In anni più recenti ha prestato la sua voce a due cortometraggi d’animazione e alla serie animata Castlevania.
Quello proposto da Giovannini, che abbiamo qui ripercorso brevemente, è un ritratto appassionato e completo di un’attrice assurta allo status di mito, che ne delinea la vicenda biografica e artistica con una miniera di informazioni, anedotti, testimonianze, curiosità e centinaia di splendide fotografie (alcune molto rare). E, anche con questo lavoro, Giovannini offre tanti spunti per (ri)scoprire vecchi capolavori misconosciuti del cinema e opere derivate poco note, come le riduzioni a fumetti di La maschera del demonio o i fotoromanzi d’epoca tratti dai film che vedono protagonista la regina del gotico italiano.
Potremmo definire l’autore un «perfezionista alla ricerca di ogni singolo dettaglio delle apparizioni sullo schermo di Barbara Steele», che non solo si conferma studioso scrupoloso, ma anche cultore appassionato. E quindi colpisce la sua confessione di non aver voluto mai incontare la Steele di persona, pur avendone l’occasione e avendoci parlato al telefono, per non trovarsi a dover constatare l’implacabile passare del tempo, preferendo lasciare «immacolati i ricordi e le fantasie». Di quelli che rimangono per sempre impressi nella memoria e nella pellicola.
Risorse Web:
Scheda di Barbara Steele. La regina del cinema gotico
Anteprima del libro (indice e introduzione)
Scheda di Barbara Steele. Oltre l’icona del gotico su ShatterAgency.com
Blog Vampyrismus
Pagina Facebook delle edizioni Alta Tensione
Fabio Giovannini su Wikipedia
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