giovedì 30 dicembre 2021

Dampyr - N.251

Testata: DAMPYR, N.251
Episodio: STAVKIRKE
Testi: MAURIZIO PRINCIPATO
Disegni: ARTURO LOZZI
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: LUCA CORDA
Pagine: 96
Edizione: BONELLI, 02-2021

Riprendiamo a occuparci della serie mensile di Dampyr con il numero dello scorso febbraio, scritto dal compianto Maurizio Principato, scomparso lo scorso aprile per uno sfortunato incidente, e disegnato da Arturo Lozzi.

Nella stavkirke di Heddal, una delle antiche chiese di legno norvegesi, la setta black metal Ødeleggelsen pratica un rito satanico, che culmina nel sacrificio di due ragazzi e nell’incendio dell’antico edificio. Capo della setta è Máel Lulach, non-morto del defunto Maestro della notte Ragnar Lodbrok, che sta cercando di richiamare con la magia delle rune il Fjölkung, grande potere che richiede, però, ancora il rito di Tyr, runa di sacrificio e guerra, e il rito di Hagal, runa della catastrofe. Riti che Lulach ha già progettato di praticare presso le stavkirker di Fantoft e Urnes.

Astrid Dahl e il fidanzato Bent vengono chiamati a restaurare Heddal, e vi trovano le prove del rito. Astrid chiede quindi l’aiuto di Harlan, che la raggiunge a Notodden insieme a Tesla e Kurjak.
Bent ebbe in passato a che fare con Knut, braccio destro di Máel Lulach: negli anni Novanta, Bent, Knut e l’amico Pål erano sul punto di incendiare una chiesa, ma Pål si tirò indietro all’ultimo momento rimanendo deturpato dal fuoco. Per di più il fratello minore di Bent, Elias, è ora nel gruppo di Lulach. Questo aiuta Bent a capire i piani del non-morto e a guidare Harlan, Tesla, Kurjak e Pål a Fantof, dove altre due ragazze stanno per essere sacrificate, e quindi a Urnes, dove ha luogo lo scontro finale.

Principato tesse una storia ispirata alla foschissima vicenda degli incendi dolosi di oltre cinquanta antiche chiese norvegesi, distrutte dai fan dello scellerato musicista black metal Euronymous negli anni Novanta. La lettura dell’episodio invita quindi a riflettere su cosa può spingere dei giovani appassionati di musica a folli atti di distruzione. La parte centrale è un’efficacissima e lunga sequenza d’azione, che si legge d’un fiato e che lascia respirare il lettore solo quando Harlan e Tesla spengono l’incendio. L’unico appunto che si può fare a questo bell’albo di Dampyr è un certo pressapochismo nel trattare il genere metal, che non si identifica affatto con un sottogenere di nicchia come il black metal, lontano anni luce dalle epiche melodie degli Iron Maiden (di cui si vede un disco a pagina 38) o dagli irresistibili groove degli AC/DC (pagina 98), per non parlare dell’ignorante citazione dei grandi Black Sabbath messa sulla bocca di Kurjak a pagina 23.

I disegni sono spettacolari, molto realistici soprattutto nelle fisionomie e nelle espressioni dei personaggi, grazie anche ad un sapiente gioco di ombre e luci ottenuto con tecniche miste. Lozzi dimostra grande maestria anche nel creare paesaggi d’atmosfera, con l’aria nebbiosa con cui circonfonde le chiese, dalle precise architetture, immerse negli innevati paesaggi norvegesi, oppure con la nitidezza delle ombre lunghe nelle strade di Bergen.



Risorse Web:
Addio a Maurizio Principato
Mauro Boselli ricorda Maurizio Principato
Blog di Arturo Lozzi
Sergio Bonelli Editore
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