mercoledì 16 gennaio 2019

Dampyr - N.226

Testata: DAMPYR, N.226
Episodio: HELLFIRE CLUB
Testi: NICOLA VENANZETTI
Disegni: FABRIZIO LONGO
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: OMAR TUIS
Pagine: 96
Edizione: BONELLI, 01-2019

Nella contea inglese del Kent viene ucciso l’immobiliarista Neil Woodward, frequentatore dell’ambiente sadomaso locale. Secondo il detective Simon Fane questo omicidio e altri sarebbero stati ispirati dalla Venere nera, dea oscura riconducibile a Ishtar, il cui culto si era sviluppato a metà Settecento nell’ambito delle pratiche licenziose del famigerato Hellfire Club di Lord Dashwood e Lord Summerisle.
Le indagini portano Fane, coadiuvato da Harlan e Kurjak, sulle tracce del magnate Harford dell’associazione filantropica “Angel’s Guard”. La giornalista Marion Wright è venuta a sapere di alcuni operai impazziti o scomparsi mentre lavoravano per Harford, e promette ai nostri di fornire ulteriori dettagli. La donna, però, viene fatta rapire da Harford e condotta a un inquietante incontro con la Venere nera. In seguito la giornalista, incontrando Harlan e compagnia, appare completamente cambiata, e, convertita alla causa di Harford, cerca di coprirlo.
Il detective individua un possibile movente del delitto nella contesa sulla proprietà di alcuni terreni nel Kent. Vicini alla verità, Harlan, Kurjak e Fane vengono attirati in una trappola alle rovine del castello di Summerisle, dove vengono fatti prigionieri. I poteri di Harlan sembrano, infatti, inefficaci contro il nemico che i nostri devono affrontare, e l’unico in grado di aiutarli sembra essere Ryakar.

Una storia torbida, questa di Venanzetti, che precipita i nostri in un mondo di depravazione e follia, dove l’ambizione degli adepti di una setta è l’annichilimento in un delirio sadomasochistico che più nulla ha di umano. La stupidità dei personaggi negativi è ancora più caricata dalla falsa identità della dea da loro adorata e confusa con Ishtar. L’intreccio con la vicenda dell’Hellfire risulta efficace in tal senso, mischiandosi a suggestioni kubrickiane da Eyes Wide Shut.
Sin dalla prima splendida pagina i disegni creano un’atmosfera brumosa e sulfurea. Longo riesce ad ammantare di cupezza le sue tavole, anche quelle con scene di sesso, che non risulta sensuale, quanto piuttosto scabroso e terribile, mentre le espressioni terrorizzate dei personaggi insinuano un senso d’inquietudine nel lettore, continuamente incalzato da un senso di incombente minaccia.



Risorse Web:
Pagina Facebook di Nicola Venanzetti
Scheda di Fabrizio Longo su SergioBonelli.it
Sergio Bonelli Editore
Pagina Facebook di Dampyr