sabato 13 aprile 2019

Dampyr - N.229

Testata: DAMPYR, N.229
Episodio: KURJAK, IL VAMPIRO
Testi: GIOVANNI DI GREGORIO
Disegni: FABIO BARTOLINI
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: LUCA CORDA
Pagine: 96
Edizione: BONELLI, 04-2019

Alel il Collezionista [conosciuto nel Maxi n.5] in realtà non era stato definitivamente distrutto da Nergal: perso il suo regno nella Dimensione fluttuante, si è ritrovato in un mondo desolato, l’ultimo in cui può ancora sopravvivere. Non ha, comunque, rinunciato ad aggiungere il pezzo più ambito alla sua collezione: un dampyr. Per raggiungere lo scopo si allea al mutaforma Makh-Zun.
Harlan, Kurjak e Tesla sono in Botswana, avendo saputo di un gruppo di non-morti attivi nella zona. Mentre questi vampiri massacrano dei bracconieri, in un villaggio di boscimani l’anziana Mpule trova l’inquietante presagio di un’iguana a due teste. Sul luogo della carneficina, Harlan sente la passata presenza di un Maestro. I nostri fanno poi la conoscenza di Mpule, che racconta loro la leggenda di Huwe, un Maestro della notte che venne sconfitto da alcuni suoi simili e che fu imprigionato nelle profondità della terra. Ora Huwe si sarebbe liberato e reclamerebbe il suo territorio.
Per far avere ad Harlan e soci altre informazioni, Mpule li accompagna da un vecchio saggio, presso una miniera. Ma ad aspettarli c’è un agguerrito gruppo di non-morti che hanno teso loro una trappola e che riescono a fare prigioniero Kurjak. Harlan e Tesla ritrovano l’amico nella miniera, ma Emil si dimostra aggressivo e ferisce Tesla: è stato trasformato in vampiro. Per liberarlo ad Harlan non servirà trovare un Maestro della notte, ma piuttosto dovrà capire chi c’è dietro all’intrigo in cui sono incappati.

L’episodio fa leva soprattutto sulla componente emotiva, innescata dalla “condanna” di Emil, e sull’azione. L’ambientazione africana, con accenno al relativo folklore, viene purtroppo poco sviluppata. Ingegnoso il recupero di due villain dati ormai per morti, ma tutto sommato poco presenti nella storia.
L’elemento di maggior pregio dell’albo risultano i disegni di Bartolini, ben definiti, precisi, dai contorni netti, con figure che si stagliano su sfondi scuri in una luce teatrale. Massiccio l’uso di retini, che conferisce alle tavole delle ricche gradazioni di toni scuri. Molto belle le scene africane del villaggio e degli animali selvaggi.



Risorse Web:
Giovanni di Gregorio su Wikipedia
Scheda di Bartolini su SergioBonelli.it
Sergio Bonelli Editore
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