mercoledì 11 novembre 2009

Autunnonero: La Seduzione del Crepuscolo

La giornata di domenica inizia con l’intervento di Massimo Introvigne, Da Lestat ai Cullen. Miti, avventure e amori del vampiro postmoderno. Introvigne è direttore del Cesnur, e autore de La Stirpe di Dracula, fondamentale saggio sui vampiri pubblicato da Mondadori nel 1997.
Il professore individua quattro stadi della storia del vampiro. La prima fase è quella del vampiro folklorico, un personaggio sgradevole, che emana un tanfo terribile e ha un alito che può stendere un morto. Il vampiro letterario nasce con qualche ballata, ma soprattutto con la principale opera d’arte di Byron, cioè l’immagine di se stesso. Il vampiro postmoderno vede la luce con le opere di Anne Rice, in cui il giudizio morale non è più chiaro e si ha una sorta di anarchismo etico. La quarta fase è quella del vampiro post-postmoderno, in cui si ha un recupero di valori: il vampiro è buono, e sono i suoi nemici ad essere cattivi. I vampiri sono i “diversi” o gli eredi di una cultura antica, europea, che rappresenta i valori tradizionali, il buon gusto, l’arte. Questa nuova generazione di non-morti non esisterebbe senza Buffy e personaggi come Angel e Spike. Ancor più con Twilight, poi, il vampiro diventa alfiere dei valori morali, della tradizione, della famiglia, tanto che, riferendosi ad Edward, la Conferenza Episcopale Cattolica degli Stati Uniti proclama che «solo per il fatto che sei un vampiro non significa che non puoi essere un gentiluomo». D’altra parte, i libri della Meyer sono pieni di allusioni alla visione del mondo mormone, e centrale risulta l’idea della famiglia eterna, che dura anche nell’aldilà.
Il rischio, a questo punto, è che il vampiro, essendo tutto, finisce per non esser nulla. La sua eccessiva plasticità è insidia ben peggiore di aglio e paletto: assumendo troppi significati, questa figura rischia di stancare e di diventare insignificante.

Di seguito si tiene la tavola rotonda “La seduzione del Crepuscolo. Twilight e il successo dei vampiri nella fiction contemporanea”, con lo stesso Introvigne e le curatrici del sito Twilighters 2.0, bollettino elettronico del fan club ufficiale italiano di Twilight. La tavola rotonda è moderata dal sottoscritto, Antonio Daniele (il vostro Basarab).
Si parte con un excursus sui recenti successi editoriali e cine-televisivi del vampiro: a metà ottobre, nel corso del 2009, in Italia sono usciti 52 libri, 60 fumetti, 2 serie tv, 1 videogioco, 4 film di vampiri. Più che andare a dissezionare il vampiro in tanti sottogeneri, sarebbe quasi il caso di parlare di un genere a sé stante, che potremmo chiamare vampiresco.
Tra le numerose uscite, molto graditi dal pubblico sono i romanzi di paranormal romance, un mix tra harmony e sovrannaturale, e le saghe delle scuole di vampiri.
Le twilighters ci spiegano che la Meyer non è mai stata fan delle saghe di vampiri, non ha mai letto Dracula e non ha mai visto Buffy. Il successo di questa saga sta nel fatto che è una storia d’amore: «Edward Cullen è un gentiluomo, cosa che ogni ragazza vorrebbe... peccato che sia anche un vampiro!» Ma in Twilight ci sono anche vampiri cattivi: i Cullen sono l’eccezione alla regola.
Introvigne, dal canto suo, non esclude che la Meyer non abbia visto il serial di Whedon, però lo schema “liceale ama vampiro seguono problemi” è lo stesso delle prime stagioni di Buffy. Inoltre Twilight appartiene sia al genere rosa che a quello vampiresco: la storia d’amore funziona proprio perché lui è un vampiro. Potrebbe essere un’altra creatura, ma sarebbe a noi meno familiare. Tanto per fare un esempio, se Edward fosse un piccolo gnomo, Bella non lo guarderebbe neanche!

Risorse Web:
Autunnonero
English-Language Vampire Comics, 1935-2000
Cesnur
Twilighters 2.0
 

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