lunedì 30 novembre 2009

Dampyr - N.116

Titolo: DAMPYR, N.116
Episodio: PIOGGIA DI DEMONI
Soggetto: MAURO BOSELLI
Sceneggiatura: MAURO BOSELLI
Disegni: LUCA ROSSI
Colori: no
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: LUCA CORDA
ISBN: no
Pagine: 96
Edizione: SERGIO BONELLI, 11-2009
Disponibile dall’inizio di novembre, in tutte le edicole, il numero 116 di Dampyr.

In uno sperduto paese dell’Illinois, circondato da immense campagne, giunge un avvenente venditore ambulante di parafulmini. Questi oggetti sono caratterizzati da un grottesco fascino: si tratta di aste di metallo abilmente intarsiate con figure di contorti mostriciattoli. Dopo aver piazzato i parafulmini agli abitanti del posto, l’uomo si reca nella scuola, ormai abbandonata, che aveva frequentato da piccolo e, prima di stabilirvisi, posiziona un altro parafulmine sul tetto. La scuola era, in realtà, un istituto nel quale venivano ricoverati i soggetti sub-normali, sottoposti a crudeli sevizie e ad esperimenti che avrebbero fatto progredire la scienza. Ann Jurgen percepisce l’aura malvagia che permea la scuola e lo comunica ad Harlan. Il dampyr decide di intervenire e, mentre sta per recarsi sul posto, incontra il dottor Marton, lo psichiatra che lavorava nella scuola speciale e che comunicò alle autorità i crimini commessi all’interno delle mura. Giunto poco prima del temporale Harlan dovrà far fronte alle potenze demoniache che i parafulmini libereranno e alle tragiche conseguenze.

Boselli propone una storia nella quale il desiderio di rivalsa e giustizia non si arrende mai, nemmeno di fronte alla morte. Toccanti e, purtroppo, veritiere le tristi parti dell’albo che si riferiscono alle condizioni in cui vivevano gli sventurati ospiti della “Grand Central State School”, un’altra pagina di storia difficile da cancellare con un colpo di spugna. Rossi raffigura i personaggi con tratti spigolosi e marcati ma è altrettanto capace di evocare le ombre impalpabili degli ex ricoverati nella scuola e che sono costretti a rimanervi. I visi si trasformano in un ghigno agghiacciante quando sono posseduti dall’entità demoniaca. Ottimo l’uso delle ombreggiature e delle onomatopee, al punto che il rumore del vento si mescola al paesaggio, in preda al temporale, diventandone parte integrante.

Risorse Web:
Sergio Bonelli Editore
 

sabato 28 novembre 2009

Guillermo Del Toro & Chuck Hogan, "La Progenie"

Titolo: LA PROGENIE (The Strain)
Autore: GUILLERMO DEL TORO, CHUCK HOGAN
Anno: 2009
Edizione italiana: MONDADORI, 2009
Traduzione: G.L. STAFFILANO
Copertina: FOTO CORBIS, ELABORAZIONE MARCELLO DOLCINI
ISBN: 978-88-04-59380-5
Pagine: 432
Disponibile dall’inizio di ottobre La Progenie, romanzo scritto, a quattro mani, dal grande regista Guillermo Del Toro e dall’affermato romanziere Chuck Hogan. Questo geniale duetto ha diligentemente introdotto la figura del vampiro in una trama mozzafiato che, sicuramente, non deluderà gli amanti della letteratura horror e thriller. La trilogia si completerà con The Fall e The Night Eternal, la cui uscita è prevista per il 2010 e per il 2011.

L’affermato dottor Eph Goodweather, ormai è giunto ai vertici dell’Ente prevenzione malattie infettive, ma la sua brillante carriera l’ha portato a dover sacrificare la famiglia arrivando al divorzio e alle conseguenti lotte per l’affidamento dell’unico figlio. Proprio durante un prezioso week-end con il suo bambino, Eph è chiamato urgentemente ad indagare sulle misteriose circostanze che hanno portato al decesso di equipaggio e passeggeri di un Boeing 777, proveniente dalla Germania, atterrato all’aeroporto di New York.
Dopo aver escluso la possibilità di un attentato terroristico, tutti gli indizi conducono alla possibilità che malattia sconosciuta si possa essere sviluppata, all’interno dell’aereo, in brevissimo tempo. Coadiuvato dalla collega Nora Martinez, Eph dispone il trasferimento delle salme negli obitori cittadini e il ricovero dei quattro superstiti in isolamento. Lo stato in cui appaiono i cadaveri e le indagini cliniche sui sopravvissuti portano a rivelazioni sconcertanti, ma l’origine del morbo non può essere spiegata nemmeno dalle più moderne nozioni biochimiche.
Ad infittire il mistero si aggiungono la successiva scomparsa dei cadaveri dall’obitorio e il loro avvistamento presso le famiglie d’origine.
L’unico uomo che conosce il segreto di quest’orrenda epidemia è il vecchio Abraham Setrakian, un insegnante di folklore in pensione che, molti anni prima, è stato testimone del medesimo orrore. Informato dai media del disastro aereo, Abraham si unirà a Eph e Nora per fermare la pericolosa epidemia, che sta trasformando i cittadini di Manhattan in fiere assetate di sangue. L’anziano professore si troverà a scontrarsi, ancora una volta, con l’incarnazione dell’incubo che lo perseguita fin dall’infanzia.

Del Toro e Hogan ci propongono un brillante thriller soprannaturale nel quale gli elementi folklorico-fiabeschi s’intrecciano alla fantascienza, creando mostri verosimili e, di conseguenza, ancor più agghiaccianti. La cronologia delle vicende è ben scandita dalla suddivisione in capitoli, separati da un’inquietante pagina nera e intervallati da flash-back riguardanti il passato di Abraham Setrakian. Le rivelazioni sono precedute dalla giusta dose di suspense e non mancano adrenaliniche scene d’azione e violenza. A impreziosire la trama si aggiungono riferimenti all’infanzia di alcuni personaggi: bambini che credevano nei mostri e, da adulti, sono ancora in grado di riconoscerli. Questi momenti ricordano la narrativa Kinghiana, nella quale troviamo spesso una sorta di maieutica dell’orrore fra le mura domestiche dove, attraverso la narrazione di fiabe e leggende terrificanti, i bambini acquisiscono anche le “armi” necessarie per affrontare le brutture del mondo reale. Hotan e Del Toro pongono l’accento su quanto, in una società moderna, l’affabulazione sia un’attività dimenticata, seppur i bambini, come il figlio di Eph, desiderino ancora ascoltare.
Al pari dei film Blade II e Il Labirinto del Fauno, il talento visionario di Del Toro e palpabile anche nelle pagine del romanzo che, non a caso, dedica a tutti i mostri della sua nursery affinché non lo lascino mai solo.

Risorse Web:
Guillermo del toro su Wikipedia
Chuck Hogan su Wikipedia
Sito ufficiale della trilogia
La Progenie sul sito della Mondadori
 

giovedì 26 novembre 2009

Simon Raven, "Il Morso sul Collo"

Titolo: IL MORSO SUL COLLO (Doctors Wear Scarlet)
Autore: SIMON RAVEN
Anno: 1960
Edizione italiana: GARGOYLE BOOKS, 2009
Traduzione: PAOLO DE CRESCENZO
Copertina: GRAFEMA
ISBN: 978-88-89541-36-4
Pagine: 256
Pubblicato da Gargoyle Books a fine ottobre Il Morso sul Collo di Simon Raven, ristampa di un romanzo edito nel 1968 da Longanesi.

Richard Fountain, brillante studioso e ricercatore del Lancaster College di Cambridge, durante una campagna di studi in Grecia, finisce nel mirino delle autorità locali, che decidono di rispedirlo in patria. Si teme che Richard sia finito in qualche guaio e che sia in serio pericolo. Data l’ottima reputazione di Fountain, la situazione stupisce non poco l’amico Anthony Seymour, che accetta di buon grado di aiutare l’ispettore Tyrrel, che si sta occupando della questione. Seymour, così, racconta all’ufficiale tutto ciò che sa su Richard. Particolare di non poca importanza, il viaggio in Grecia era stato fortemente voluto dallo studioso, per sfuggire all’influenza di Walter Goodrich, il senior tutor del college, che faceva di tutto per gestirgli la carriera e per avvicinarlo alla figlia Penelope. Anthony scopre che Richard era partito anche perché, tra gli antichi miti ellenici, sperava di trovare un rimedio alla sua impotenza.
Anthony parte, così, per Creta, insieme allo studente del Lancaster Piers Clarence e al maggiore Roderick Longbow. Dopo una lunga ricerca tra Hydra, Atene e Creta, i tre ritrovano l’amico proprio sull’isola, insieme ad una donna spettrale che l’ha ridotto in fin di vita: la vampira Criseide. La succhiasangue, però, non sarà l’unico nemico da sconfiggere, in quanto ormai il contagio si annida nell’animo di Richard, il quale si troverà a dover affrontare nuovamente i problemi e le schiavitù da cui pensava di essersi affrancato.

Romanzo piuttosto peculiare, questo Morso sul Collo, come d’altra parte il suo autore, che, secondo quanto recitava il suo epitaffio da lui stesso voluto, «divise volentieri la propria bottiglia e, finché era giovane e avvenente, il proprio letto». Nonostante tocchi qualche alto momento di orrore, in particolare nelle pagine in cui compare la vampira, non si può definire un romanzo horror. Piuttosto un thriller psicologico, che sviscera nei significati più intimi le azioni dei protagonisti. Notevole, in questo senso, l’interpretazione del vampirismo come rapporto sadomasochistico tra vittima e carnefice. Ruoli, d’altra parte, facilmente intercambiabili: avendo appreso metodi e arti seduttive, il vampirizzato finisce immancabilmente per vendicarsi, proiettando sulle sue vittime la propria umiliazione e le proprie sofferenze, diventando così, a sua volta, vampiro.

Risorse Web:
Gargoyle Books
Simon Raven su Wikipedia
 

martedì 24 novembre 2009

True Blood - 2x03

Serie: TRUE BLOOD
Episodio: STAGIONE 2, EPISODIO 3
Titolo: GRAFFI
Regia: SCOTT WINANT
Soggetto: ALAN BALL, CHARLAINE HARRIS, RAELLE TUCKER
Sceneggiatura: RAELLE TUCKER
Interpreti: ANNA PAQUIN (Sookie), STEPHEN MOYER (Bill), RYAN KWANTEN (Jason)
Durata, Col., Orig.: 56’, C, USA
Prima italiana: FOX, 23-11-2009
In onda ieri su FOX il terzo episodio della seconda stagione di True Blood.

Dopo un furioso litigio con Bill, Sookie scende dall’auto nel mezzo del bosco e viene attaccata da una creatura antropomorfa con la testa di toro. Ferita gravemente, e rigettato il sangue di Bill, viene portata al Fangtasia. Qui la dottoressa Ludwig capisce che è stata avvelenata e riesce a curarla. Il mattino dopo, al suo risveglio, Sookie scopre che Lafayette è prigioniero di Eric.
Jason è sempre più attanagliato dai dubbi sul fatto che partecipare al campo della Compagnia del Sole sia una buona idea. Ma Sarah Newlin riesce a fugare ogni remora e a conquistare la sua fiducia, rivelandogli che i vampiri le hanno ucciso la sorella. Tra i due sembra stia nascendo una profonda amicizia.
Jessica intanto decide di uscire, e al Merlotte’s conosce Hoyt, e tra i due subito si instaura un’intesa. La vampira lo porta a casa sua, ma mentre si baciano teneramente sopraggiunge Bill.
Durante una festa di Maryann, Tara si accorge che gli invitati si stanno spingendo troppo oltre e, senza accorgersene, si ritrova nel mezzo di un’orgia.

Episodio dai memorabili momenti di intimità: tra Sarah e Jason, sempre più combattuto sulle sue scelte, e tra Jessica e Hoyt, il cui primo bacio viene rovinato da Bill, che si rivela un genitore “geloso” e poco fiducioso. Non manca qualche forte scena d’orrore, soprattutto nella parte iniziale, quando Sookie viene attaccata, e poi curata da un profondo e quasi mortale sfregio alla schiena.

Risorse Web:
Il Blog di True Blood
 

domenica 22 novembre 2009

Maggie Shayne, "Illusioni nella Notte"

Titolo: ILLUSIONI NELLA NOTTE (Twilight Illusions)
Autore: MAGGIE SHAYNE
Anno: 1995
Edizione italiana: HARLEQUIN MONDADORI, 2009
Traduzione: GIGLIOLA FOGLIA
Copertina: n.i.
ISBN: no
Pagine: 320
Pubblicato un paio di mesi fa Illusioni nella Notte di Maggie Shayne, terzo volume della saga “Wings in the Night”.

Shannon Mallory, giovane investigatrice, è sulle tracce di colui che le ha portato via per sempre la sua cara amica Tawny. I sospetti ricadono su un illusionista di fama mondiale, Damien Namtar. Il ritrovamento di Tawny, dissanguata, con due ferite sul collo, mette in allarme il DPI, che ne sequestra il cadavere. Damien, vampiro vecchio di secoli, per la prima volta prova un’insaziabile sete di sangue, cosa che lo mette ingiustamente nel mirino del DPI. Il vampiro, ricordando il dolore per la perdita dell’amico Enkidu, decide di aiutare Shannon a rintracciare il vero assassino, e tra i due si instaura un particolare legame.
Eric Marquand fa di tutto per incontrare Damien, in modo da ottenere alcune informazioni e parlargli della sue ricerche, e si trova ad affrontare insieme a lui vecchi fantasmi del passato. Damien non capisce da cosa è provocato il forte legame che lo lega all’investigatrice, ma Eric gli spiega che la giovane donna è una prescelta. Shannon, però, non è come tutte le altre prescelte: la sua vita è giunta ormai al termine e Damien si trova a dover scegliere se trasformarla o perderla per sempre.

Questo nuovo capitolo della serie “Wings in the Night” presenta una storia più riuscita delle precedenti, ben costruita e scandita vari colpi di scena e con personaggi ben caratterizzati, tanto da costituire un piccolo salto di qualità (complice un’altra traduttrice?). Risultano, in particolare, meglio sviluppati i conflitti interiori dei protagonisti, attraverso cui l’autrice riesce efficacemente ad “umanizzare” la figura del vampiro, che può risultare talmente tormentato da emarginarsi per sfuggire alle sofferenze interiori. L’amore romantico tra la prescelta e il vampiro è idealizzato e colorito da un certo pudore e timore dei sentimenti. Ma non manca di certo l’eros, anche se in una chiave più velata rispetto ai precedenti romanzi.

Risorse Web:
Sito dell’editore
 

giovedì 19 novembre 2009

Festival del Fantastico: Il Corpo Elusivo del Vampiro

Come da noi anticipato a suo tempo, dal 5 al 7 novembre, il Palazzo delle Arti di Napoli ha ospitato il Festival Internazionale del Fantastico. Abbiamo assistito all’incontro di sabato 7, moderato da Maria Teresa Chialant. La giornata ha visto gli interventi del professor Augusto Guarino, su El Verdugo de su Esposa di Maria de Zayas y Sotomayor, la maggiore scrittrice spagnola del Siglo de Oro. È, poi, proseguita con la acuta e avvincente analisi di Edoardo Sant’Elia sulle metamorfosi di Pinocchio, abitatore dei regni vegetale, animale, fantastico e umano. Quindi Enzo Langellotti ha parlato del corpo e identità nel cinema di fantasmi (o, volendo usare un’espressione politically correct, «diversamente vivi») e Paolo Coen ha parlato del Filarete.
Infine Carlo Pagetti, professore di Letteratura Inglese dell’Università di Milano, ha dato il suo contributo parlando del Corpo Elusivo del Vampiro.

Pagetti ci spiega che il vampiro è una figura che nel corso dei secoli ha avuto un percorso di metamorfosi, prima nel passaggio da folklore a letteratura, poi con l’evoluzione attraverso l’era romantica, quindi decadentista e infine della cultura di massa e postmoderna. Il corpo del vampiro è elusivo, perché è in grado di trasformarsi, di assumere vari aspetti, ma anche di rendersi invisibile. Il vampiro rappresenta il corpo del fantastico, inteso come «corpo letterario e culturale, mito deforme e lontano dai tentativi della letteratura neorealista e verista di riprodurre fedelmente l’esperienza». È una creatura dell’ansia, della paura e dell’ignoto, che raffigura pienamente la dimensione dell’alterità e della diversità.
Il vampiro classico è un aristocratico, un guerriero, portatore di valori e tradizioni che il mondo moderno vorrebbe allontanare da sé e dimenticare, ma che immancabilmente tornano come rimosso. Ma è anche personaggio teatrale: è immortale, è capace di recitare ruoli diversi e di inscenare la propria esistenza artificiale.
Passando in rassegna le opere vampiresche di Keats, Polidori, Le Fanu, Stoker e Machen, Pagetti giunge quindi a parlare di Varney il Vampiro, la cui pubblicazione italiana da parte della Gargoyle è prevista per il 2010. Il romanzo comincia con un capitolo che è una sorta di «paradigma fondativo della narrativa vampirica successiva». Nelle pagine seguenti il vampiro cambia atteggiamento e aspetto, inserendosi in trame diverse basate su differenti tecniche narrative, passando dal comico, al tragico, al melodrammatico, al sentimentale: già alle sue prime apparizioni, la figura del vampiro risultava «mutevole e mutante».
Gradita, poi, agli ospiti napoletani l’anticipazione del titolo dell’ultimo dei tre volumi di Varney: All’Ombra del Vesuvio.

Interessante il dibattito finale, in cui i relatori si sono confrontati sul tema del corpo nel/del fantastico, con particolare attenzione al vampiro e al suo alimento principe.
Langellotti ha fatto notare che, al cinema, la visione del sangue coincide con l’irrompere del fantastico, in quanto elemento “normalmente“ invisibile in natura. E in natura non si può vivere senza. Quindi, ha osservato Guarino, tutto ciò che è vivo, pur essendo privo di sangue, è inquietante.
Non è un caso, poi, che Dracula sia un aristocratico: il sangue è elemento che ha sempre ossessionato i nobili. E con la crisi della nobiltà dell’Inghilterra di fine Ottocento, il conte Dracula diventa ancor più archetipico proprio perché superato, tanto che per sopravvivere è costretto a nutrirsi di sangue fresco.

Risorse Web:
Programma del festival
Gargoyle Books
 

martedì 17 novembre 2009

True Blood - 2x02

Serie: TRUE BLOOD
Episodio: STAGIONE 2, EPISODIO 2
Titolo: CHE LA FESTA CONTINUI
Regia: MICHAEL LEHMANN
Soggetto: ALAN BALL, CHARLAINE HARRIS, BRIAN BUCKNER
Sceneggiatura: BRIAN BUCKNER
Interpreti: ANNA PAQUIN (Sookie), STEPHEN MOYER (Bill), RYAN KWANTEN (Jason)
Durata, Col., Orig.: 55’, C, USA
Prima italiana: FOX, 16-11-2009
Terrorizzato da Eric e costretto a veder massacrato un altro prigioniero, Lafayette fa di tutto per salvare la pelle, tanto da arrivare a staccare un’anca d’acciaio da un cadavere ancora fresco, per poi provare a fuggire.
Intanto Jason usa l’eredità dello zio Barlett per pagarsi la Leadership Conference in Texas. Al campo nasce una certa rivalità con Luke, ex giocatore di football, ma tra partite, concerti e faccia a faccia, Jason è sempre più benvisto ed entusiasta della Compagnia del Sole.
Maryann, derubata anni or sono da Sam, si reca al Merlotte e, dopo aver ordinato tutto il menù, inizia a ballare, provocando una strana reazione nei presenti.
Mentre Eric chiede a Bill il permesso di portare Sookie a Dallas per aiutarlo, questa, rimasta sola con Jessica, ha la pessima idea di accompagnarla alla sua vecchia casa, per spiare da fuori la sua famiglia.

Tra forti scene splatter, sequenze morbose e luminosi attimi di vita sociale, finalmente scopriamo qualcosa di Maryann, che si rivela essere anche lei una creatura soprannaturale, ben più potente e pericolosa di quanto sembri.
Non manca qualche momento di umorismo, come quando una commessa si offre a Bill, per poi convincersi che è un vampiro gay al sopraggiungere di Eric. Notevoli i momenti musicali, come il cammeo di Amanda And The God Rockets con Jesus Asked Me Out Today.



Risorse Web:
La seconda stagione di True Blood su Wikipedia
 

True Blood - 2x01

Serie: TRUE BLOOD
Episodio: STAGIONE 2, EPISODIO 1
Titolo: SETE DI TRUE BLOOD
Regia: DANIEL MINAHAN
Soggetto: ALAN BALL, CHARLAINE HARRIS, ALEXANDER WOO
Sceneggiatura: ALEXANDER WOO
Interpreti: ANNA PAQUIN (Sookie), STEPHEN MOYER (Bill), RYAN KWANTEN (Jason)
Durata, Col., Orig.: 57’, C, USA
Prima italiana: FOX, 09-11-2009
True Blood è tornato la settimana scorsa con la seconda serie, in onda sempre su FOX. Le puntate verrano trasmesse in prima ogni lunedì alle 22:05, e in replica il mercoledì alle 23:00.

Morto Rene, che si è rivelato essere il serial killer di Bon Temps, i nostri protagonisti hanno poco da rallegrarsi, dato che sembra ci sia un nuovo assassino in città. Questa volta la vittima, ritrovata senza cuore nella macchina del detective Andy Bellefleur, è miss Jeanette, la strega che ha truffato Tara e la madre spacciandosi per un’esorcista.
Bill, intanto, si ritrova in casa Jessica, la ragazza che, suo malgrado, dovette vampirizzare per ordine del Magister. Ma non sarà l’unica cosa di cui il vampiro dovrà dare spiegazioni all’ignara Sookie.
Jason, nel frattempo, fa la conoscenza del reverendo Newlin, che gli propone di partecipare alla Leadership Conference della Compagnia del Sole.
Mentre Tara approfondisce la conoscenza di Eggs, Lafayette è ancora prigioniero di Eric.

Questo primo episodio getta le basi per gli sviluppi delle vicende della seconda stagione. Gli ingredienti del telefilm non cambiano: sangue, violenza, sesso, fallimenti, raggiri, bugie, illusioni. Ma l’amore può sempre redimere e salvare.
Spaventosi i momenti di prigionia di Lafayette, in cui il vampiro Eric dà dimostrazione della sua ferinità. Ma forse ancor più inquietante, per la natura subdola e la facciata perbenista, è la tela che sta tessendo Newlin attorno ai vampiri e ai loro simpatizzanti.

Risorse Web:
Sito ufficiale della seconda stagione di True Blood
 

domenica 15 novembre 2009

Speciale Dampyr - N.5

Titolo: SPECIALE DAMPYR, N.5
Episodio: LA LEGGENDA DEL VECCHIO PONTE
Soggetto: MAURO BOSELLI
Sceneggiatura: MAURO BOSELLI
Disegni: FABIO BARTOLINI
Colori: no
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: OMAR TUIS
ISBN: no
Pagine: 160
Edizione: SERGIO BONELLI, 10-2009

Disponibile da fine ottobre il quinto speciale di Dampyr, dal titolo “La Leggenda del Vecchio Ponte”.

Kurjak è al capezzale del padre Miklos, in fin di vita, insieme ad Harlan e Tesla. Il vecchio Kurjak ha un ultimo desiderio: rivedere il ponte di Mostar, da cui si tuffò nella Neretva il giorno in cui conobbe la futura moglie. Nel volo, Miklos riuscì a vedere per un attimo l’angelo a sostegno della costruzione, e vuole accertarsi che sia ancora lì, sotto al ponte ricostruito dopo il crollo avvenuto durante la guerra.
Durante il viaggio in ambulanza, attraverso strade accidentate e ghiacciate, ognuno racconta una storia vissuta a Mostar. Quando era ancora nel branco di Gorka, Tesla vide il suo Maestro nutrire del sangue di un passante un vampiro da lui intrappolato tra le pietre del ponte: Gjorje, capo dei ribelli Hayduk. Harlan, al tempo in cui andava in giro con Yuri come finto dampyr, vi incontrò i suoi primi vampiri veri, trasformati da Gjorje, che si rivelò un fantoccio di Nergal. Il racconto di Kurjak, che salvò il ponte dalla follia di un gruppo di paramilitari, continua nella casa natale di Harlan. Ma qui, nonostante la protezione delle tre zie, il dampyr finisce prigioniero di un incubo creato dal potente Nergal.

Una storia dall’atmosfera magica, sospesa nel tempo come una notte di neve, a cui Boselli non manca di dare un tocco di poesia. Attraverso un viaggio nei sogni e nel passato dei personaggi, rivediamo anche vecchie conoscenze della saga. Ma il vero protagonista della storia è il ponte di Mostar.
L’episodio è reso splendidamente da Fabio Bartolini, con disegni evocativi, marcati, dal tratto deciso e pieno d’ombre spesse. I suoi paesaggi, realizzati con una grana da vecchia foto, sono cartoline di un tempo che fu.

Risorse Web:
Mauro Boselli su Wikipedia
Sergio Bonelli Editore
 

venerdì 13 novembre 2009

Gianfranco Manfredi, "Ultimi Vampiri"

Titolo: ULTIMI VAMPIRI. EXTENDED VERSION
Autore: GIANFRANCO MANFREDI
Anno: 2009
Edizione: GARGOYLE BOOKS, 2009
Copertina: GRAFEMA
ISBN: 978-88-89541-35-7
Pagine: 384
Pubblicato il mese scorso da Gargoyle Books Ultimi Vampiri di Gianfranco Manfredi. Non si tratta della semplice ristampa di un libro irreperibile da anni (la prima edizione Feltrinelli è del 1987, la ristampa del 1988), ma di una Extended version, arricchita da due nuovi racconti, due brevi saggi e un’interessante introduzione di Tullio Avoledo.

Ricordiamo le più memorabili tra le sette novelle originali.
I Figli del Fiume: XVI secolo. Carl, annoiato dalla routine della comunità anabattista in cui vive, parte per cercare il luogo dove arrivano i cesti con i bambini affidati al Danubio, per finire in uno strano villaggio di vampiri.
Limpieza: 1644. Lo zingaro Miguel è dotato della limpieza, che lo rende capace di sconfiggere i demoni e di scoprire le tombe in cui si celano i non morti.
Il Pipistrello di Versailles: 1661. La “tranquilla” vita di un gruppo di vampiri che vive nelle paludi di Versailles viene turbata da André Le Nôtre, incaricato dal Re di bonificare il territorio per creare dei sontuosi giardini.
Hanno Rubato la Testa dell’Arcivampiro: XIX secolo. Un Arcivampiro si risveglia privato del corpo nel laboratorio del dottor Knap, uno scienziato che conduce esperimenti sui corpi dei cadaveri.

Pubblicato per la prima volta in volume, Consunzione si svolge a Londra nel 1844. In una casa diroccata il dottor Sydenham trova una bambina sola e malata. Dice di chiamarsi Debbie e i suoi l’hanno abbandonata credendola una vampira.
Più un romanzo breve che un racconto, Summer of Love narra la storia del biker Lazlo e della sua esistenza di ND, cioè Quasi Morto, essere a metà tra un vampiro e un umano. Siamo a San Francisco, nel 1965. In una festa hippie Lazlo conosce la strana Rosalind, dai lunghi capelli rossi e dai lineamenti di eterea bellezza. Persa di vista la ragazza, il biker si ritrova in compagnia di un uomo magro, con tuba e giacca lunga, che lo morde al collo. Si risveglierà prigioniero in una casa vittoriana di Haight-Ashbury, con il pensiero di Rosalind come unica ancora di salvezza.

Quella di Manfredi è una scrittura elegante, non priva di ricerca linguistica, ma sempre finalizzata alla creazione di un’atmosfera, all’evocazione di un’epoca, alla ricostruzione di una realtà storica. Lo scrittore marchigiano, infatti, è sempre attento a localizzare nel tempo e nello spazio le sue storie, che serbano in sé un piacevole sapore rétro, basato su un’attenta documentazione (basta leggere i saggi in appendice per comprendere quanto l’autore vada a fondo negli argomenti da lui trattati).
La narrazione in prima persona e la simpatia dei protagonisti fanno spesso parteggiare per il vampiro. Ma, d’altra parte, nei racconti di Ultimi Vampiri, spesso gli uomini sono più spietati dei mostri. E i mostri finiscono per diventare vittime o salvatori.
Un’opera che ormai è un classico del vampirismo, che si rivela più fresca e corposa che mai alla prova dell’esumazione.

Risorse Web:
Gargoyle Books
Sito ufficiale dell’autore
Summer of Love Backstage
Scheda di Ultimi Vampiri. Extended Version
Intervista a Manfredi
 

mercoledì 11 novembre 2009

Autunnonero: La Seduzione del Crepuscolo

La giornata di domenica inizia con l’intervento di Massimo Introvigne, Da Lestat ai Cullen. Miti, avventure e amori del vampiro postmoderno. Introvigne è direttore del Cesnur, e autore de La Stirpe di Dracula, fondamentale saggio sui vampiri pubblicato da Mondadori nel 1997.
Il professore individua quattro stadi della storia del vampiro. La prima fase è quella del vampiro folklorico, un personaggio sgradevole, che emana un tanfo terribile e ha un alito che può stendere un morto. Il vampiro letterario nasce con qualche ballata, ma soprattutto con la principale opera d’arte di Byron, cioè l’immagine di se stesso. Il vampiro postmoderno vede la luce con le opere di Anne Rice, in cui il giudizio morale non è più chiaro e si ha una sorta di anarchismo etico. La quarta fase è quella del vampiro post-postmoderno, in cui si ha un recupero di valori: il vampiro è buono, e sono i suoi nemici ad essere cattivi. I vampiri sono i “diversi” o gli eredi di una cultura antica, europea, che rappresenta i valori tradizionali, il buon gusto, l’arte. Questa nuova generazione di non-morti non esisterebbe senza Buffy e personaggi come Angel e Spike. Ancor più con Twilight, poi, il vampiro diventa alfiere dei valori morali, della tradizione, della famiglia, tanto che, riferendosi ad Edward, la Conferenza Episcopale Cattolica degli Stati Uniti proclama che «solo per il fatto che sei un vampiro non significa che non puoi essere un gentiluomo». D’altra parte, i libri della Meyer sono pieni di allusioni alla visione del mondo mormone, e centrale risulta l’idea della famiglia eterna, che dura anche nell’aldilà.
Il rischio, a questo punto, è che il vampiro, essendo tutto, finisce per non esser nulla. La sua eccessiva plasticità è insidia ben peggiore di aglio e paletto: assumendo troppi significati, questa figura rischia di stancare e di diventare insignificante.

Di seguito si tiene la tavola rotonda “La seduzione del Crepuscolo. Twilight e il successo dei vampiri nella fiction contemporanea”, con lo stesso Introvigne e le curatrici del sito Twilighters 2.0, bollettino elettronico del fan club ufficiale italiano di Twilight. La tavola rotonda è moderata dal sottoscritto, Antonio Daniele (il vostro Basarab).
Si parte con un excursus sui recenti successi editoriali e cine-televisivi del vampiro: a metà ottobre, nel corso del 2009, in Italia sono usciti 52 libri, 60 fumetti, 2 serie tv, 1 videogioco, 4 film di vampiri. Più che andare a dissezionare il vampiro in tanti sottogeneri, sarebbe quasi il caso di parlare di un genere a sé stante, che potremmo chiamare vampiresco.
Tra le numerose uscite, molto graditi dal pubblico sono i romanzi di paranormal romance, un mix tra harmony e sovrannaturale, e le saghe delle scuole di vampiri.
Le twilighters ci spiegano che la Meyer non è mai stata fan delle saghe di vampiri, non ha mai letto Dracula e non ha mai visto Buffy. Il successo di questa saga sta nel fatto che è una storia d’amore: «Edward Cullen è un gentiluomo, cosa che ogni ragazza vorrebbe... peccato che sia anche un vampiro!» Ma in Twilight ci sono anche vampiri cattivi: i Cullen sono l’eccezione alla regola.
Introvigne, dal canto suo, non esclude che la Meyer non abbia visto il serial di Whedon, però lo schema “liceale ama vampiro seguono problemi” è lo stesso delle prime stagioni di Buffy. Inoltre Twilight appartiene sia al genere rosa che a quello vampiresco: la storia d’amore funziona proprio perché lui è un vampiro. Potrebbe essere un’altra creatura, ma sarebbe a noi meno familiare. Tanto per fare un esempio, se Edward fosse un piccolo gnomo, Bella non lo guarderebbe neanche!

Risorse Web:
Autunnonero
English-Language Vampire Comics, 1935-2000
Cesnur
Twilighters 2.0
 

lunedì 9 novembre 2009

Autunnonero: Dracula

L’intervento di Franco Pezzini continua con la storia del Dracula teatrale: dalla lettura drammatizzata del romanzo, effettuata pochi giorni prima della pubblicazione davanti ad un pubblico raccogliticcio di personale del teatro, passanti e donne delle pulizie, alla prima versione teatrale di Hamilton Deane, adattata poi dal brillante giornalista John Balderston per il pubblico di Broadway.
La parola passa ad Antonello Panero, regista della prima versione teatrale italiana di Dracula. La pièce messa in scena dalla compagnia Thealtro è quella di Deane-Balderston, che fu portata al cinema da Tod Browning. Nella versione di Panero i tre atti diventano due, sono eliminati il prologo e l’epilogo, ma vengono lasciati molti dei dialoghi originali, eccetto qualche lode al divino e qualche ripetizione di troppo. Tra le parti oggi improponibili, il regista cita il prologo in cui il vampiro scivola a testa in giù sul muro esterno di una torre e la presenza di un improbabile personaggio femminile che si reca a Londra in piena notte per comprare della luparia.

Alle nove e trenta si parte con lo spettacolo. A Dolceacqua la scenografia di Marco Mancin è scarna e sfrutta gli stupendi sfondi naturali del castello. Lo spettacolo doveva avere luogo sotto le arcate del cortile, ma la pioggia ha voluto che fosse spostato nell’atrio. Le azioni sono concentrate in uno spazio molto più piccolo, che gli attori riescono, però, a gestire egregiamente (a tutti loro un meritato plauso per aver combattuto anche contro il freddo e il forte vento che soffiava tra le mura).
Iniziano le prime note di una musica malinconica e inquietante ed entra in scena l’infermiera Wells, interpretata da Patrizia Schneeberger. Il pubblico non può non preoccuparsi per la salute di Lucy, coinvolto dal padre, un dottor Seward decisamente convincente di Massimiliano Bortolan, e dal fidanzato, un Harker trasognato e pieno di umanità, reso splendidamente e con insolito spessore da Davide Bernardi. I loro discorsi vengono interrotti da Renfield, un magistrale Enrico Cravero, la cui risata fa accapponare la pelle ai presenti. Sfuggito per l’ennesima volta all’infermiere Butterworth (Fabio De Remigis), Renfield entra in scena mentre si scatena un vento furibondo nell’atrio del maniero, quasi ad annunciare l’arrivo di Dracula. «Io non me ne faccio niente delle anime, io voglio il sangue!», urla Renfield, mentre la sua folle risata riecheggia nelle sale del castello. Solo Van Helsing riesce a zittirlo. Massimo Chionetti funziona bene nei panni di questo personaggio votato alla scienza, ma scevro da un insensato “scetticismo a tutti i costi”. Il suo tono è magnetico, e mentre gira tra il pubblico, quasi lo convince mentre spiega che «la forza del vampiro sta proprio nel fatto che la gente comune non crede in lui».
Un sinistro presagio sembra portato dal tempestivo rintocco di campane della chiesa di Dolceacqua, che suonano poco dopo l’ingresso di Dracula. Federico Sacchi è il vampiro, meno accentuato del solito nell’aspetto sensuale e romantico, ma imponente sulla scena con i suoi due metri di altezza e il fisico asciutto: è un Dracula animalesco, aggressivo, spaventoso, dai lunghi capelli e il trucco marcato (opera di Alessio Piscini), ma al tempo stesso con lo sguardo perso in miraggi lontani.
Algida e “malata” nella veste bianca, aggressiva e carnale nell’abito rosso e col trucco marcato (dopo aver bevuto il sangue di Dracula), la Lucy di Veronica Stilla ammalia i presenti con un’interpretazione sensuale e coinvolgente.
Nel finale, il vampiro sconfitto urla la sua rabbia con profonda voce graffiata e grugniti animaleschi. Van Helsing può finalmente proclamare: «Cenere alla cenere, polvere alla polvere». Sulle note sognanti e malinconiche di Nature Boy di Nat King Cole, Dracula in trench rientra in scena e posa sul letto di Lucy una rosa rossa (simbolo dell’amore che dura oltre la morte), per poi sparire.

Quella di Dracula è una storia che, dopo aver conquistato tante platee, continua a piacere e ad affascinare, e la fedeltà al copione originale è uno dei motivi per cui l’opera di Panero convince pienamente. Molto del merito, però, va anche alla performance degli attori, che coinvolge e mantiente intatta la fortissima tensione psicologica che permea questa play. Per di più, lo spazio angusto dell’atrio ha contribuito a rendere lo spettacolo intimo e “magico”, facendo immergere più che mai gli spettatori nel racconto, a cui neanche le forze della natura sono rimaste indifferenti.

Risorse Web:
Cantando dietro i catafalchi di Franco Pezzini
Il Dracula di Panero su Facebook
Intervista a Panero
Recensione di In Tenebris Scriptus
Recensione di Splattergramma
 

venerdì 6 novembre 2009

Autunnonero: La Maschera di Dracula

La giornata di sabato 17 prosegue con la presentazione di Enrico Ercole della mostra “Dracula, Mito e Realtà”, organizzata in collaborazione con l’associazione Ordine del Drago, che ha da poco compiuto i dieci anni di attività. Nella mostra viene dato ampio spazio al cinema, con l’esposizione di numerose locandine e fotobuste, sia dei classici della Universal e della Hammer, che delle parodie, come Dracula Morto e Contento di Mel Brooks e Amore al Primo Morso di Dragoti, che di film dai titoli coloriti come Dracula Cerca Sangue di Vergine... e Morì di Sete. Ben rappresentato anche l’aspetto ludico, con pupazzi, action figures, vampirelli kinder e vari fumetti, comprese alcune interpretazioni «scollacciate» degli anni Settanta. Numerose le pubblicazioni di carattere saggistico sui vampiri e su Dracula. Da segnalare le numerose edizioni del romanzo di Stoker, tra cui anche quella in braille del 1994.

Si passa quindi all’intervento di Franco Pezzini, dal titolo Il divo. La maschera di Dracula e immaginario d’Occidente.
Pezzini parte con un excursus sulle motivazioni dell’attuale successo del vampiro, che, da personaggio eversore, si è trasformato in un paladino delle regole familiari e sociali: Edward Cullen non ha quasi più niente in comune con i progenitori del folklore. Come spiega Barber nel saggio Vampiri, Sepoltura e Morte (Nuova Pratiche Editrice, 1994), se un vero vampiro bussasse alla nostra porta, non lo riconosceremmo come tale, dato che vedremmo «un tipo vestito informalmente, per la precisione con un sudario, la faccia rossa e peli ovunque».
Ma il vampiro per antonomasia rimane sempre Dracula. Pezzini ci snocciola, quindi, dei gustosi e poco noti retroscena della stesura del romanzo, che doveva inizialmente intitolarsi The Un-Dead, per poi diventare Dracula (probabilmente su scelta dell’editore). Lo stesso nome del vampiro doveva essere inizialmente “Count ... Styria” (i puntini stavano a indicare un nome che Stoker non aveva ancora scelto, la cui collocazione geografica era un ammiccamento a Carmilla), poi “Count Wampyr”. Altri miti, sfatati in un saggio di Elizabeth Miller, sono le dicerie che Dracula sia il libro più stampato al mondo dopo la Bibbia e che l’idea della storia sia venuta a Stoker da un incubo provocato da un’indigestione di crostacei. Ciò che sembra ormai assodato, invece, è che Dracula sia stato un romanzo dall’enorme impatto popolare, al tempo stesso oggetto di un’avversione militante da parte della critica, pur avendo il merito di offrire uno spaccato dell’Inghilterra vittoriana più lucido e convincente di quello di romanzi ben più considerati.

Risorse Web:
Autunnonero
Ordine del Drago
Intervista a Pezzini
Gargoyle Books
 

mercoledì 4 novembre 2009

Autunnonero: L'Ultima Notte

Nella stupenda cornice del Castello dei Doria a Dolceacqua, si è svolta, nel weekend del 17 e 18 ottobre, la Haunted Fest, evento completamente dedicato ai vampiri, organizzato nell’ambito di Autunnonero, festival internazionale di folklore e cultura horror.
Nella giornata di sabato si sono tenuti la conferenza / tavola rotonda “L’Ultima Notte”, la presentazione della mostra organizzata con L’Ordine del Drago, “Dracula, Mito e Realtà”, la proiezione di film vampireschi, la rappresentazione teatrale del Dracula di Deane-Balderston e il concerto della dark band Even More Vast, che ha presentato il suo ultimo album intitolato Would You Believe?. La domenica si è tenuta la conferenza / tavola rotonda “Da Lestat ai Cullen”.
Noi del Catafalco, come annunciato a suo tempo, abbiamo partecipato alla tavola rotonda del 18. Qui vi proponiamo un resoconto della due giorni: partiamo con la mostra e con la conferenza di sabato 17.

L’evento parte con la presentazione del direttore artistico, Andrea Scibilia, che introduce gli ospiti. A moderare l’incontro è Franco Pezzini, autore di Cercando Carmilla. La Leggenda della Donna Vampira (Ananke, 2000), Le Vampire. Crimini e Misfatti delle Succhiasangue da Carmilla a Van Helsing, con Arianna Conti (Castelvecchi Editore, 2005), e del recente The Dark Screen. Il Mito di Dracula sul Grande e Piccolo Schermo, scritto a quattro mani con Angelica Tintori (Gargoyle Books, 2008).
La tavola rotonda è intitolata “L’Ultima Notte. Vampiri in Italia tra mito, scrittura e schermi”, in omaggio a L’Ultima Notte di Furio Jesi (Marietti, 1987), romanzo postumo in cui i vampiri assumono il dominio della Terra: ultimo baluardo degli uomini è Torino, teatro dello scontro finale. Citando Voltaire, Pezzini spiega che fin dall’alba del mondo moderno, il rapporto tra vampiro e media è stato di reciproca soddisfazione. Ma il motto «non si sente parlare che di vampiri» risulta quanto mai attuale. Il moderatore chiede agli ospiti il loro punto di vista su questa «supermetafora del fantastico».

Max Ferro è il regista di Io Sono un Vampiro, film del 2001, ambientato nella Torino assediata del 1706. Quelli di Ferro sono vampiri tradizionali, che rendono omaggio, più che ai blockbuster del genere, ai B-movie di Franco, Rollin, Bava. Attualmente il regista è al lavoro su un film sulla storia del vampiro del folklore croato Jure Grando.
Anna Berra è autrice de L’Ultima Ceretta (Garzanti, 2003). La storia si svolge ancora a Torino, in cui opera una setta di bevitori di sangue, tanto che il romanzo doveva in origine intitolarsi Bevimi. I vampiri della scrittrice sono per lo più donne fatali, ben diverse dalle «docili smutandate pronte a tutto». Ma il vampiro amato dalla Berra, come dice l’autrice strappando qualche risata, è anche l’uomo dei sogni, perché «non richiede preparazioni culinarie elaborate, è sempre in splendida forma, ha un appetito sessuale sfrenato, ti permette di viaggiare gratis con il suo teletrasporto, e può renderti immortale»! Della Berra è uscita in questi giorni un’antologia illustrata, dal titolo Piume di Sangue (CO.RE Editrice), in cui non mancano i racconti vampireschi.
Claudio Vergnani è autore del recente Il 18° Vampiro (Gargoyle Books, 2009), storia nata in origine come racconto di una quindicina di pagine, poi “sforata” nelle cinquecento della versione definitiva. I suoi vampiri vengono volutamente collocati in un contesto consueto e consolidato (la storia si svolge in Emilia). I vampiri dovrebbero essere creature assetate di sangue, che «non si perdono in inchini, baciamano e minuetti vari», dice l’autore ironizzando sui recenti vampiri «adolescenti, pacifisti e benpensanti». Attualmente Vergnani è al lavoro sul seguito de Il 18° Vampiro.
Il vampiro, concludono i relatori, è un personaggio veramente immortale, in grado di trasformarsi in base ai gusti del pubblico, diventando più umano. E, come dice Vergnani, rispetto agli altri mostri, «lo puoi presentare alla mamma e agli amici, e puoi sperare anche che sia una persona per bene!».

Risorse Web:
Autunnonero
Even More Vast
Intervista a Vergnani
Gargoyle Books
 

lunedì 2 novembre 2009

AAVV, "L'Ora dei Vampiri"

Titolo: L’ORA DEI VAMPIRI (The Mammoth Book of Vampire Romance)
Autore: AAVV
Curatore: TRISHA TELEP
Anno: 2008
Edizione italiana: NEWTON COMPTON EDITORI, 2009
Traduzione: TIZIANA FELICI, DANIELA DI FALCO, STEFANIA DI NATALE
Copertina: FOTO GETTY IMAGES
ISBN: 978-88-541-1602-3
Pagine: 528
Pubblicata a fine luglio da Newton Compton, L’Ora dei Vampiri è un’antologia che raccoglie 25 racconti firmati da penne femminili e rivolti ad un pubblico adulto. Particolarità della raccolta è la fusione, tipica del paranormal romance, delle atmosfere fantastiche, horror, avventurose e metropolitane, con l’eros e la passione. Le autrici sono poco note in Italia, eccezion fatta per la Gleason. Ecco le storie che ci sono piaciute di più.

Dove un Ballo in Maschera Smaschera un Vampiro di Colleen Gleason: Victoria è una giovane discendente della famiglia Gardella, ma è anche una Venator, cioè una cacciatrice di morti viventi. Invitata alla festa di lady Petronilla, per il suo debutto in società, dovrà dividersi tra una storia d’amore appena sbocciata e una caccia inaspettata. Il racconto è sensuale, incentrato sul contrasto dei desideri carnali con i tabù dell’epoca vittoriana.
Placare la Rabbia di C.T. Adams e Cathy Clamp: Una poliziotta dal forte temperamento, sempre in prima linea nella lotta al crimine, è perseguitata da uno sconosciuto, che poi si rivela essere il suo collega Tom, morto anni addietro durante un inseguimento. Tra i due scoppia una travolgente passione, da sempre placata. L’eros, proposto in modo spinto ma non volgare, si mescola alla suspense della storia. Lettura gradevole.
Una Donna in Gamba di Lilith Saintcrow: Jack Becker si risveglia nella sua tomba, da cui esce con molta fatica. Ricorda solo il suo nome e che deve trovare una donna dal vestito verde. Racconto ben più riuscito di Ritorno a Casa, sempre della stessa autrice, per un più convincente mix di suspense, romanticismo e mistero.
Pene d’Amore di Kimberly Raye: Danielle Blue, discendente da una famiglia di Cecchini degli Esseri Ultraterreni, ha la missione di liberare la popolazione dagli Altri. Ma finirà per subire il fascino irresistibile di un vampiro. Danielle è una sorta di incrocio tra Bridget Jones e Buffy, cacciatrice che, presa dalla passione, rinnega il suo lavoro per abbandonarsi tra le braccia del suo amato.
La Scelta del Cacciatore di Shiloh Walker: Sara cerca vendetta per la morte dei suoi cari, dando la caccia ai mostri che glieli hanno portati via. Verrà fermata dal vampiro Wyatt. La passione che li lega prenderà il sopravvento su tutto il resto.
Il Carnefice di Mezzogiorno Trova Pane per i suoi Denti di Rachel Vincent: La storia di un serial killer che rapisce le bambine, le dissangua e poi le espone ai raggi del sole.
Il Vampiro Liberato di Nancy Holder: Liam Cadogan, viene accusato di alto tradimento dal suo sire, il potente vampiro Andrew Wellington. Come punizione viene imprigionato con la sua amata umana Claire Rossi. La magia del loro amore sarà la loro salvezza.

In definitiva, in queste storie il vampiro, più che “mostro” o “rinnegato”, viene visto come l’uomo oscuro dei sogni, colui che ogni donna vorrebbe incontrare almeno una volta nella vita. Un seduttore irresistibile, ammaliatore “bello e impossibile”.



Risorse Web:
Le prime pagine in anteprima
Recensioni dei romanzi di Colleen Gleason
Newton Compton