Episodio: PIOGGIA DI DEMONI
Soggetto: MAURO BOSELLI
Sceneggiatura: MAURO BOSELLI
Disegni: LUCA ROSSI
Colori: no
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: LUCA CORDA
ISBN: no
Pagine: 96
Edizione: SERGIO BONELLI, 11-2009
Disponibile dall’inizio di novembre, in tutte le edicole, il numero 116 di Dampyr.
In uno sperduto paese dell’Illinois, circondato da immense campagne, giunge un avvenente venditore ambulante di parafulmini. Questi oggetti sono caratterizzati da un grottesco fascino: si tratta di aste di metallo abilmente intarsiate con figure di contorti mostriciattoli. Dopo aver piazzato i parafulmini agli abitanti del posto, l’uomo si reca nella scuola, ormai abbandonata, che aveva frequentato da piccolo e, prima di stabilirvisi, posiziona un altro parafulmine sul tetto. La scuola era, in realtà, un istituto nel quale venivano ricoverati i soggetti sub-normali, sottoposti a crudeli sevizie e ad esperimenti che avrebbero fatto progredire la scienza. Ann Jurgen percepisce l’aura malvagia che permea la scuola e lo comunica ad Harlan. Il dampyr decide di intervenire e, mentre sta per recarsi sul posto, incontra il dottor Marton, lo psichiatra che lavorava nella scuola speciale e che comunicò alle autorità i crimini commessi all’interno delle mura. Giunto poco prima del temporale Harlan dovrà far fronte alle potenze demoniache che i parafulmini libereranno e alle tragiche conseguenze.
Boselli propone una storia nella quale il desiderio di rivalsa e giustizia non si arrende mai, nemmeno di fronte alla morte. Toccanti e, purtroppo, veritiere le tristi parti dell’albo che si riferiscono alle condizioni in cui vivevano gli sventurati ospiti della “Grand Central State School”, un’altra pagina di storia difficile da cancellare con un colpo di spugna. Rossi raffigura i personaggi con tratti spigolosi e marcati ma è altrettanto capace di evocare le ombre impalpabili degli ex ricoverati nella scuola e che sono costretti a rimanervi. I visi si trasformano in un ghigno agghiacciante quando sono posseduti dall’entità demoniaca. Ottimo l’uso delle ombreggiature e delle onomatopee, al punto che il rumore del vento si mescola al paesaggio, in preda al temporale, diventandone parte integrante.
Risorse Web:
Sergio Bonelli Editore