lunedì 13 luglio 2015

Dampyr - N. 184

Titolo: DAMPYR, N.184
Episodio: I DIMENTICATI
Soggetto: DIEGO CAJELLI
Sceneggiatura: DIEGO CAJELLI
Disegni: FABRIZIO RUSSO
Colori: no
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: OMAR TUIS
ISBN: no
Pagine: 96
Edizione: SERGIO BONELLI, 07-2015

Il numero di Dampyr in edicola questo mese ci riporta in Giappone, dove reincontreremo Kenshin (lo Yakuza che abbiamo incontrato negli albi n. 76 -77 ) che, abbandonata per sempre le malavita, conduce una tranquilla esistenza da pescatore insieme alla fidanzata Keiko.



Fra Keiko e Kenshin le cose vanno davvero bene, la semplice vita di pescatori, nonostante le fatiche, piace a entrambi e, almeno all’apparenza, sembrano una coppia serena.

Una notte alcuni loschi individui entrano nell’abitazione di Kenshin e rapiscono Keiko; per riaverla sana e salva il pescatore dovrà recarsi a Keze Jima, un’isola sperduta nel pacifico, e congedare i soldati ivi stanziati da molti anni.

Kenshin chiede al dampyr di aiutarlo nella missione e, una volta giunti sull’isola, dovranno fronteggiare un esercito di demoni invincibili guidati dal generale Tamasaburo e scegliere se impartire il congedo (che comporterebbe che i demoni si disperdano per il mondo con gravi conseguenze) o sconfiggerli in battaglia.



Ottimo il connubio, ideato da Cajelli, fra guerra, mostri, antiche maledizioni e l’ineguagliabile senso del dovere che caratterizza la cultura giapponese. 
La narrazione è ben condotta, i momenti orrorifici, le scene d’azione e i flash back sono ben distribuiti all’interno dell’albo riuscendo a coinvolgere pienamente il lettore.

Bravissimo anche Fabrizio Russo che ha saputo riprodurre abilmente i diversi scenari in cui si muovono i protagonisti, riservando anche la medesima cura nel disegno degli abiti, a cominciare dagli eleganti completi gessati dei malviventi giapponesi fino alle antiche armature dei demoniaci soldati di Tamasaburo che, nell’aspetto, ricordano Eddie, la storica mascotte degli Iron Maiden.

Risorse Web:
Blog di Diego Cajelli
Diego Cajelli su Wikipedia
Blog di Fabrizio Russo
Blog di Enea Riboldi
Sergio Bonelli Editore
Dampyr su Wikipedia
La pagina Facebook di Dampyr

mercoledì 1 luglio 2015

Dampyr - N.173-174

Titolo: DAMPYR, N.173 - 174
Episodio: IL SEGNO DI ALASTOR, IL TRONO DEL DIO OSCURO
Soggetto: MAURO BOSELLI
Sceneggiatura: MAURO BOSELLI
Disegni: ESTEBAN MAROTO (n. 173), ESTEBAN MAROTO E MAURIZIO DOTTI (n.174)
Colori: no
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: LUCA CORDA
ISBN: no
Pagine: 96
Edizione: SERGIO BONELLI, 08/09-2014

Questa doppia avventura di Dampyr costringerà Harlan e Kurjak a muoversi nel Multiverso dove, fra amazzoni guerriere e ladri senza scrupoli, rischieranno di dover combattere l’uno contro l’altro.


Il Segno di Alastor: Da quando Kurjak ha cominciato a leggere i romanzi fantasy di Jack Kelsey fa dei sogni molto vividi, in uno di questi gli appare Xeetra, la principessa guerriera conosciuta in un precedente viaggio nel Multiverso, che gli rivela di portare in grembo suo figlio.

Dopo aver parlato con Harlan, Kurjak comincia a indagare sull’autore e visita la sua dimora nel Maine.

L’abitazione è un portale per il Multiverso e, assecondando strane apparizioni, si ritroverà presto catapultato in un mondo abitato da donne guerriere “scarsamente vestite che sembrano il sogno sexy di un adolescente malato di fumetti” (pag. 57).

Harlan, preoccupato per la scomparsa dell’amico si reca nel Maine insieme a Ryakar, entrambi presto finiscono risucchiati nel Multiverso.
Il dampyr si troverà in una città di mare abitata da maghi e malviventi e subito andrà in soccorso di una sensuale ladruncola, Loryen, che promette di aiutarlo a trovare Kurjak.



Il Trono del Dio Oscuro: Imbarcati su una nave pirata, Harlan e Loryen raggiungono un’isola maledetta, abitata da torturatori, dove sorge il simulacro di una divinità dormiente coperta di pietre preziose.
Loryel manda il dampyr a recuperare la gemma incastonata nell’occhio del dio e, quando cade ferito dall’impresa, lo abbandona.
Pentita Loryen ritorna sui suoi passi e aiuta Harlan a fuggire dai toruratori che lo tengono prigioniero ma, non appena avvicina la gemma recuperata all’occhio, perde il senno.

Anche Harlan prova a osservare gli altri mondi con la pietra preziosa e, richiamando delle oscure entità, riesce a mettersi in salvo insieme alla ciurma di pirati sopravvissuti e la povera Loryen.

Intanto le amazzoni si sono alleate con il demone Alastor e Kurjak si è unito alla loro impresa mercenaria, nella loro avanzata incontreranno Harlan e Ryakar e, in un’epica battaglia cui intereverranno anche creature provenienti da altre dimensioni, i nostri eroi avranno la meglio contro Alastor.

Mauro Boselli

 ci propone un’avventura che sfiora vari generi letterari, partendo dalla fantascienza, sfiora l’horror fino a diventare un buon epic-fantasy sword and sorcery. Potrebbe sembrare che sia stata messa troppa carne al fuoco ma, come al solito, la narrazione è condotta egregiamente, la variazione delle ambientazioni non crea alcun effetto di spaesamento nel lettore anzi, catturato dalla storia, si troverà a leggere gli albi tutti d'un fiato.
Anche i personaggi sono ben costruiti e, man mano che le vicende vanno avanti, si svela la loro psicologia.
Esteban Maroto (maestro indiscusso dell’illustrazione fantasy, ha lavorato per DC Comics, Marvel e, in Italia, presso Sergio Bonelli Editore nella testata Brandon) ci propone delle tavole spettacolari, non solo per quanto concerne la sensualità delle figure femminili alla quale, abbiamo visto, nemmeno Kurjak resta immune, ma anche per i paesaggi fantastici e le creature aliene. Le figure maschili hanno un aspetto rude e testosteronico al punto da far apparire mingherlino il Conan interpretato da Swarzenegger. Quest’esplosione di virilità ben si accosta alla vicenda in esame, in quanto i nostri eroi devono essere ben equipaggiati per combattere.

Nella seconda parte dell’albo 174, a causa di un problema occorso a Maroto, i disegni sono di Maurizio Dotti che, come il collega, si muove con disinvoltura anche nelle ambientazioni fantasy, l’unica differenza è un leggero ingentilimento delle figure maschili.

Esteban Maroto disegna Vampirella




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Dean P. Turnbloom, "Sherlock Holmes e il Vampiro di Whitechapel"

Titolo: SHERLOCK HOLMES E IL VAMPIRO DI WHITECHAPEL (Sherlock Holmes and The Whitechapel Vampire)
Autore: DEAN P. TURNBLOOM
Anno: 2012
Edizione italiana: DELOSBOOKS, collana Baker Street, 2013
Traduzione: PATRIZIA TRINCHERO
Copertina: Non Indicato
ISBN: 978-88-65300-408-2
Pagine: 271

È innegabile che il personaggio di Sherlock Holmes ha rappresentato una rivoluzione nell’ambito della narrativa giallistica, l’ammirazione nei confronti di Sir Arthur Conan Doyle si è mantenuta viva persino ai giorni nostri al punto che è nata una società di esperti, la "Conan Doyle Estate", volta a regolarizzare la pubblicazione degli apocrifi holmesiani.
Alcuni di questi nuovi autori, non estranei alle vicissitudini al confine con l’horror di Holmes e Watson, le hanno riproposte creando dei pastiche con capolavori del genere o proponendone di nuove. A quest'ultima categoria appartiene Dean P. Turnbloom col suo “Sherlock Holmes e il Vampiro di Whitechapel”, pubblicato in Italia da Delosbooks nella collana Baker Street.



Mentre Sherlock Holmes si trova in Francia per indagare su alcuni quadri falsi, a Genova due ragazzi riescono a imbarcarsi su una nave per raggiungere l’Inghilterra, dove avrebbero potuto tentare la fortuna. Uno dei due giovani, Carlino, si innamora di Gianetta Rossini che, con i suoi genitori viaggia verso Londra per conoscere il promesso sposo.

Durante la traversata Gianetta scompare e tutti i sospetti cadono su Carlino che, appena toccata la terraferma inglese, viene arrestato dalla polizia portuale in attesa di processo.

Sulla nave viaggiava anche un misterioso ospite che disponeva di abbastanza denaro per corrompere il capitano affinché nascondesse ogni traccia della sua permanenza sulla nave, falsificando i diari di bordo.

Il misterioso passeggero è il Barone Barlucci, un rampollo dell’aristocrazia londinese dalle misteriose abitudini notturne. Barlucci è, infatti, un vampiro, trasformato nel XIII secolo durante le crociate, e che finora, è riuscito a mantenere un’apparenza rispettabile, nascondendo abilmente le vittime della sua brama di sangue.

A Londra, Barlucci va a caccia nel malfamato quartiere di Whitechapel e, dopo essersi nutrito, preferibilmente dalle prostitute, ne mutila i cadaveri; Scotland Yard decide di chiedere l’intervento di Holmes per scoprire l’identità di questo serial killer ribattezzato Jack Lo Squartatore.

Anche Vittorio, il compagno di viaggio di Carlino, ha chiesto a Sherlock Holmes di compiere le indagini che potrebbero scagionare l’amico e salvarlo dal patibolo.

Le due indagini porteranno a un’unica pista e Holmes dovrà,infine, affrontare a viso aperto il vampiro Barlucci.

Le vicende sono ambientate nel 1888 e Turnbloom si mostra molto attento nella ricostruzione degli ambienti e dei costumi dell’epoca; un periodo davvero propizio per i vampiri perché: “Uno dei vantaggi dell’essere vampiro in quei tempi moderni era la riluttanza delle forze dell’ordine nel credere alla sua stessa esistenza” (pag.10).
Il vampiro è perfettamente integrato nella società benestante dell’epoca, quindi non ha bisogno di isolarsi; solo la notevole abilità deduttiva di Holmes riuscirà a destare qualche sospetto sulla sua natura.
Barlucci è più vicino ai vampiri assetati di vita protagonisti dei romanzi di Anne Rice, è persino capace di innamorarsi e di far innamorare una giovane donna che, davanti alla rivelazione del vampirismo, non sembra sconvolgersi più di tanto.

I personaggi sono credibili e ben presentati grazie a dialoghi ben condotti e descrizioni essenziali.

La narrazione è condotta usando la terza persona, consentendo all’autore di spostarsi attraverso i vari scenari e punti di vista, offrendo così al lettore un quadro completo della vicenda e la possibilità di cogliere, insieme al detective, alcuni indizi fondamentali.

Sebbene fin dalle prime pagine si conosca l'identità del vampiro, l'autore riesce a distribuire la tensione in un progressivo crescendo che raggiunge l’apice nell’incontro tra Holmes e Barlucci, per poi dissolversi in un collettivo respiro di sollievo nell’epilogo dove, a sostegno del positivismo imperante, anche l’Ispettore Abberline afferma: “Credo che lei abbia ragione Mr. Holmes. Il mondo è migliore con i demoni che si possono comprendere, che non con quelli che non si possono capire.

Risorse Web:
Casa editrice Delosbooks