Titolo: VICTORIANA. MASCHERE E MITI, DEMONI E DEI DEL MONDO VITTORIANO
Autore: FRANCO PEZZINI
Edizione: ODOYA, 2016
Copertina: MAURO CREMONINI
ISBN: 978-88-6288-349-8
Pagine: 448
Sul finire dello scorso anno, Odoya ha dato alle stampe un testo imperdibile non solo per gli appassionati di vampiri, ma per chiunque sia interessato al Fantastico e all’Inghilterra ottocentesca:
Victoriana. Maschere e miti, demoni e dei del mondo vittoriano. Il corposo volume (poco meno di 450 le pagine) è una vera
summa della cultura di un’epoca che è pietra angolare del Fantastico e dell’Horror.
Si tratta, di base, di una raccolta di saggi brevi pubblicati (ma rivisti e arricchiti per l’occasione) sulla webzine
Carmilla on line, a cui si aggiungono articoli apparsi sulle riviste
L’indice dei libri del mese
e
LN-LibriNuovi, insieme a materiali elaborati per gli incontri della
Libera Università dell’Immaginario e in parte inediti. L’autore è
Franco Pezzini, saggista ben noto ai nostri lettori e tra i massimi esperti mondiali di Fantastico e Vampirologia.
Ventotto, più introduzione e appendice, le tappe di questo viaggio che, forte di un notevole corredo di immagini, spesso originali dell’epoca, porta il lettore a intrattenersi con personaggi, presentati nelle loro origini e varie declinazioni, come Salomè, Frankenstein, Sherlock Holmes, Alice, Peter Pan, Arsène Lupin, Robin Hood... e con le opere di autori quali Stevenson, Machen, Louisa May Alcott, Paul Féval, Massimo Citi, Gustav Meyrink, Konstantinos Kavafis, Wilkie Collins e molti altri. Non mancano, poi, approfondimenti su realtà e personaggi storici, vere ossessioni del mondo vittoriano, come la Golden Dawn, Jack lo Squartatore o John Wilmot (il libertino interpretato sul grande schermo da Johnny Depp, che comparve anche nel romanzo vampiresco
Varney).
Ci perdonerà il lettore se ci soffermiamo solo su alcune parti del libro, ma la carne messa a cuocere è davvero tanta. Iniziamo con
Hecate britannica: più che un capitolo, un vero e proprio libro nel libro. Qui Pezzini tratta delle donne serpente e del femminino perturbante, partendo da
La tana del serpente bianco di Bram Stoker, passando per il visionario film che ne trasse Ken Russell, per il
Macbeth e per il seminale poema di Keats
Lamia, per arrivare ai dipinti di Edward Burne-Jones e di Dante Gabriel Rossetti. Le radici del mito della donna serpente, però, affondano nell’età neolitica e rimandano al culto della Dea, che era divinità della sessualità e della fertilità, ma anche Assassina e Signora dei Morti; il culto fu assorbito poi dalle mitologie mesopotamica, greca e latina: ne raccolsero l’eredità figure come Ecate, Lilith, Lamia e Melusina.
Pezzini, però, non poteva certo trascurare i vampiri e dedica diversi capitoli alle affascinanti Creature della notte. Ci (ri)porta, in primis, nel castello dei Doria a Dolceacqua, dove nell’ottobre 2009 si tenne una suggestiva rappresentazione di
Dracula, nella versione di Deane-Balderstone curata da Antonello Panero. Quindi ci conduce a Salisbury Square, dove aveva sede la casa editrice di Edward Lloyd, ovvero l’editore dei mitici
penny dreadful:
Sweeney Todd,
Wagner, the Wehr-Wolf e, soprattutto,
Varney the Vampire; or, the Feast of Blood, unico vero
trait d’union tra Lord Ruthven e Dracula, pubblicato a puntate tra il 1845 e il 1847, per un totale di 220 capitoli.
La tappa successiva è la magica Stiria di
Carmilla. Prendendo spunto dall’ottima edizione del racconto di Le Fanu annotata da
Fabio Giovannini, Pezzini si sofferma sull’ipotetica ubicazione dello
Schloss in cui si svolge la vicenda e sull’identità della
Matska citata dalla vampira al risveglio dopo l’incidente con la carrozza.
Si “torna”, quindi, in Italia, per una “caccia al vampiro” nelle opere di Manzoni, Poe, Kafka, Joyce, Barrie, guidati dal bel saggio di Renato Giovannoli
Il vampiro innominato, e nelle opere di
Franco Mistrali, degli autori dell’antologia
Vampiriana. Novelle italiane di vampiri, e di Emilio Salgari, nei cui romanzi l’esperto Fabrizio Foni individua i caratteri vampireschi di Sandokan. Spazio ancora al vampiro di Stoker, con il
Dracula 3D di Dario Argento, di cui Pezzini denuncia l’ostilità con cui è stato accolto, individuandone gli aspetti positivi, ma segnalandone anche la scarsa convinzione stilistica, i personaggi approssimativi, il finale frettoloso.
Siamo ancora in Italia, per la precisione a Milano, per la mostra “Dracula e il mito dei vampiri”, tenutasi dal novembre 2012 al marzo 2013 alla Triennale. Molti i pregevoli pezzi esposti, tra cui il diario originale di Stoker e i ritratti storici originali di Vlad Tepes. L’emozione di Pezzini nel mirare questi ritratti traspare nel suo racconto, accorato e coinvolgente, in cui sull’onda dei ricordi le immagini scolpite nell’immaginario (suo e nostro) lo trasportano proustianamente all’età in cui, al ritorno da scuola, scopriva nella casa della nonna sulle riviste degli anni Settanta, tra interviste a Orietta Berti e articoli sugli UFO, l’esistenza di personaggi come l’Impalatore e la Contessa Bathory.
Il viaggio si conclude con l’appendice
La Camelot gotica di Paolo De Crescenzo, un affettuoso ricordo del fondatore della benemerita Gargoyle Books, che ha saputo riunire attorno a sé molti dei maggiori autori ed esperti di Horror e Fantastico d’Italia.
Il consiglio è di leggere
Victoriana come un atlante, con l’ausilio di carta e penna per annotare almeno una parte dei titoli indicati da Pezzini, che fornisce una serie impressionante di dati, informazioni, notizie su un numero consistente di opere, che sarebbero tutte da visitare. Opere in cui l’età vittoriana emerge, in definitiva, come elemento in sé della narrazione fantastica, ben più che semplice sfondo. Il suo valore evocativo, nota Pezzini, è innegabile se si pensa, per esempio, che è l’epoca che ha dato i natali a personaggi come Dracula e Sherlock Holmes, per non citarne che un paio. La società su cui regnò la regina Vittoria dal 1838 al 1901 diventa così «coordinata-chiave della narrazione e vero e proprio orizzonte dell’immaginario», ovvero età d’oro del Fantastico. E l’autore riesce nel difficile intento di creare una sorta di mappa per orientarsi nel dedalo di episodi, storie, testi, personaggi che costituiscono la costellazione fantastica vittoriana.
Un plauso, quindi, a Franco Pezzini, nocchiero insuperabile nei mari dell’Immaginario, e a Odoya, che ha permesso a questo prezioso corpus di scritti di approdare alla carta stampata.
Risorse Web:
Edizioni Odoya
Scheda del libro sul sito dell’editore
Scheda di Victoriana
Pagina Facebook della Libera Università dell’Immaginario