giovedì 19 novembre 2009

Festival del Fantastico: Il Corpo Elusivo del Vampiro

Come da noi anticipato a suo tempo, dal 5 al 7 novembre, il Palazzo delle Arti di Napoli ha ospitato il Festival Internazionale del Fantastico. Abbiamo assistito all’incontro di sabato 7, moderato da Maria Teresa Chialant. La giornata ha visto gli interventi del professor Augusto Guarino, su El Verdugo de su Esposa di Maria de Zayas y Sotomayor, la maggiore scrittrice spagnola del Siglo de Oro. È, poi, proseguita con la acuta e avvincente analisi di Edoardo Sant’Elia sulle metamorfosi di Pinocchio, abitatore dei regni vegetale, animale, fantastico e umano. Quindi Enzo Langellotti ha parlato del corpo e identità nel cinema di fantasmi (o, volendo usare un’espressione politically correct, «diversamente vivi») e Paolo Coen ha parlato del Filarete.
Infine Carlo Pagetti, professore di Letteratura Inglese dell’Università di Milano, ha dato il suo contributo parlando del Corpo Elusivo del Vampiro.

Pagetti ci spiega che il vampiro è una figura che nel corso dei secoli ha avuto un percorso di metamorfosi, prima nel passaggio da folklore a letteratura, poi con l’evoluzione attraverso l’era romantica, quindi decadentista e infine della cultura di massa e postmoderna. Il corpo del vampiro è elusivo, perché è in grado di trasformarsi, di assumere vari aspetti, ma anche di rendersi invisibile. Il vampiro rappresenta il corpo del fantastico, inteso come «corpo letterario e culturale, mito deforme e lontano dai tentativi della letteratura neorealista e verista di riprodurre fedelmente l’esperienza». È una creatura dell’ansia, della paura e dell’ignoto, che raffigura pienamente la dimensione dell’alterità e della diversità.
Il vampiro classico è un aristocratico, un guerriero, portatore di valori e tradizioni che il mondo moderno vorrebbe allontanare da sé e dimenticare, ma che immancabilmente tornano come rimosso. Ma è anche personaggio teatrale: è immortale, è capace di recitare ruoli diversi e di inscenare la propria esistenza artificiale.
Passando in rassegna le opere vampiresche di Keats, Polidori, Le Fanu, Stoker e Machen, Pagetti giunge quindi a parlare di Varney il Vampiro, la cui pubblicazione italiana da parte della Gargoyle è prevista per il 2010. Il romanzo comincia con un capitolo che è una sorta di «paradigma fondativo della narrativa vampirica successiva». Nelle pagine seguenti il vampiro cambia atteggiamento e aspetto, inserendosi in trame diverse basate su differenti tecniche narrative, passando dal comico, al tragico, al melodrammatico, al sentimentale: già alle sue prime apparizioni, la figura del vampiro risultava «mutevole e mutante».
Gradita, poi, agli ospiti napoletani l’anticipazione del titolo dell’ultimo dei tre volumi di Varney: All’Ombra del Vesuvio.

Interessante il dibattito finale, in cui i relatori si sono confrontati sul tema del corpo nel/del fantastico, con particolare attenzione al vampiro e al suo alimento principe.
Langellotti ha fatto notare che, al cinema, la visione del sangue coincide con l’irrompere del fantastico, in quanto elemento “normalmente“ invisibile in natura. E in natura non si può vivere senza. Quindi, ha osservato Guarino, tutto ciò che è vivo, pur essendo privo di sangue, è inquietante.
Non è un caso, poi, che Dracula sia un aristocratico: il sangue è elemento che ha sempre ossessionato i nobili. E con la crisi della nobiltà dell’Inghilterra di fine Ottocento, il conte Dracula diventa ancor più archetipico proprio perché superato, tanto che per sopravvivere è costretto a nutrirsi di sangue fresco.

Risorse Web:
Programma del festival
Gargoyle Books
 

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