Episodio: L’ORIGINE DEL MALE
Testi: GEORGES BESS
Disegni: GEORGES BESS
Colori: no
Copertina: GEORGES BESS
Pagine: 160
Ed. originale: GLÉNAT, 2011/12
Ed. italiana: EDITORIALE COSMO, 03-2013
Pubblicato da qualche mese dalla Editoriale Cosmo Il Vampiro di Benares di Georges Bess, primo numero della collana “Cosmo Serie Nera”.
Il fotoreporter Mircea riceve un’email da Deepak, suo collega e mentore nonché padre della fidanzata Anji, che parla di un incredibile scoop e gli chiede di raggiungerlo. Mircea si reca così in India, nella città sacra di Benares. La sala da tè Honey Dew, dove i due hanno appuntamento, però esplode sotto gli occhi increduli di Mircea. E, per di più, non c’è alcuna traccia di Deepak.
Il reporter inizia a scavare nel passato dell’amico, con l’aiuto di Anji, di Gopal e della giovane guida Babeloo. Viene fuori che Deepak stava indagando sugli omicidi del “vampiro di Benares”. L’ispettore Byriani Dal sostiene di aver catturato il colpevole, il folle inglese Truffy. Ma Mircea scopre che sono avvenuti molti più omicidi di quelli commessi da Truffy, tutti puntualmente insabbiati dalla polizia.
Un indizio quasi inaspettato viene dal santone Naga, il quale sostiene che dal tempio maledetto di Durga escano delle demoniache bestie feroci, responsabili di mortali attacchi ad uomini e animali. E in effetti, passeggiando di notte presso il tempio, Mircea vede delle spaventose bestie cornute, a cui sfugge miracolosamente.
Insieme a Gopal, il giorno dopo il reporter torna al Durga, che si rivela ben più grande di quanto apparisse da fuori. Scendendo nelle profondità della terra, i due esploratori, insidiati dagli spaventosi gamoosh, si perdono in una strana nebbia, da cui si materializza il vampiro Ravana. Mircea viene quindi condotto al cospetto del Principe Brahma, nel cuore dell’alveare dei vampiri di Benares, dove incontrerà finalmente Deepak e il vampiro supremo: Kali.
Una discreta e ben disegnata storia d’avventura, in cui l’autore tratteggia con efficacia i volti e i vicoli della città indiana, tra i bovini sacri e gli sporchi ghat, le scalinate che costeggiano il fiume Gange. Peccato che l’edizione italiana sacrifichi i colori e riduca notevolmente il formato. L’aspetto migliore del racconto, infatti, è proprio l’atmosfera magica e leggendaria dell’India, con le sue manifestazioni di fede, i pellegrini che si bagnano nel fiume sacro, e i sadhu, i santoni barbuti dai nudi corpi dipinti e cosparsi di cenere, quasi fossili viventi provenienti dalla preistoria.
Un po’ semplicistica invece l’identificazione demoni/vampiri, esseri aracnidi che non si nutrono di sangue ma di prana, l’energia vitale degli uomini. Claustrofobica la discesa agli inferi del capitolo centrale, mentre risulta meno convincente la parte finale, in cui la leggenda e l’orrore sfociano nel surreale.
Risorse Web:
Anteprima dell’edizione francese sul sito della Glénat
Georges Bess su Wikipedia
Georges Bess sul sito di Les Humanoïdes Associés
Editoriale Cosmo