Episodio: IL LICANTROPO DI MATERA
Testi: GIORGIO GIUSFREDI
Disegni: ALESSIO FORTUNATO
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: OMAR TUIS
Pagine: 96
Edizione: BONELLI, 11-2020
Matera. La giovane e avvenente Giulia cerca di vincere la diffidenza di Mosè e di fare amicizia con lui. La timidezza di Mosè è dovuta alla sua malattia, la sindrome di Ambras, a causa della quale l’uomo ha il corpo completamente ricoperto di peli. A contrastare questa amicizia ci sono alcuni violenti giovani del posto e lo stesso padre di Giulia.
Nonostante le difficoltà, Giulia e Mosè continuano a vedersi, e la ragazza apprende la storia dell’amico. Mosè nacque quasi cent’anni prima, e fu abbandonato dal padre in una cesta su un fiume, presso Matera. Fu raccolto dalla famiglia di circensi di Giocondino, il quale lo adottò come un figlio. Mosè girò il Paese con “Giocondino e il suo teatro di fenomeni”, fin quando nel 1943, durante la guerra, la famiglia venne sterminata da una pattuglia di nazisti. Mosè venne salvato dal Maestro della Notte Vrana, che trasformò lui e Giocondino in non-morti.
Il violinista Stuart Morrison si trova nella zona per un concerto con il gruppo folk Liannabh Shee. Stuart fa un sogno in cui vede il padre, il Re degli elfi, e il defunto maestro Duncan McGillivray, che si trasforma in un lupo. Il musicista, preoccupato che il sogno sia legato a un delitto avvenuto nella cittadina e che la stampa ha attribuito a un “lupumanare”, chiede l’aiuto di Harlan. Il dampyr, con Kurjak e Tesla, raggiunge Stuart a Matera e si trova coinvolto in una lotta tra le due fazioni dei licantropi e dei non-morti di Vrana.
Giusfredi ci narra una storia fosca, in cui si intrecciano il tema della diversità, aggravata dall’ignoranza e dalla cattiveria di chi non capisce, con quello della follia della violenza dei soldati in guerra. Queste condizioni dei personaggi si traducono in una natura sovrannaturale, il cui sfondo è una Lucania spettrale e notturna, con tanto di città fantasma.
Pregevolissimi i disegni di Fortunato, carichi di atmosfera, dalle nere tinte assai funzionali alla storia. Non da meno sono i personaggi, su tutti il tenerissimo freak Mosè, dall’espressione dolce e rassegnata, e anche gli spaventosi lupi mannari. Ma la magia che riesce a creare l’artista sta soprattutto negli scorci paesani, con i vicoli, le stradine addormentate, le scalinate, i paesaggi lucani precisi e suggestivi, nei quali il lettore ha l’impressione davvero di camminare sotto la luce dei fiochi lampioni di ghisa.
Risorse Web:
Marco Brinzi legge Dampyr!
Pagina Facebook di Giorgio Giusfredi
Blog di Alessio Fortunato
Sergio Bonelli Editore
Pagina Facebook di Dampyr