domenica 20 novembre 2022

Dampyr alla Feltrinelli di Milano

A distanza di un paio di settimane dall’uscita del film e in occasione della riedizione di Il figlio del diavolo in un volume con un ricco apparato dedicato alla pellicola, si è tenuto alla Feltrinelli di piazza Piemonte a Milano un incontro con i creatori di Dampyr: lo sceneggiatore e co-creatore del personaggio Mauro Boselli, i disegnatori Nicola Genzianella e Majo, il regista Riccardo Chemello, gli sceneggiatori Mauro Uzzeo, Alberto Ostini e Giovanni Masi.
In un’atmosfera festosa, nella consapevolezza dell’importanza di questo passaggio storico per la Bonelli, l’evento è condotto briosamente da Uzzeo, che modera la discussione, intervallata dalle proiezioni del trailer e di un documentario sul making of.

Mauro Boselli trova che il film sia un’opera eccezionale, che conserva lo spirito dei personaggi e della storia: nel guardarlo confessa di essersi commosso. La Bonelli Entertainment è partita con Dampyr per una questione di diritti, già a disposizione dell’editore, ma anche perché è una storia di formazione iconica (l’eroe si scopre tale durante la storia) e perché i primi due albi si prestavano bene a una trasposizione cinematografica. Boselli e Maurizio Colombo, co-autore del soggetto, discussero a lungo della sceneggiatura con Andrea Sgaravatti, uno dei produttori. Poi Boselli si occupò del trattamento e venne girato il primo trailer promozionale, che venne montato dallo stesso Colombo.
La parte del film che Boselli preferisce è quella iniziale, la più realistica, in cui a suo avviso Chemello ha espresso pienamente la sua poetica del reale. Anzi, argomenta ancora Boselli, il film è meno crudo e horror del fumetto, è una versione un pochino edulcorata, più avventurosa e fantasy, che forse Sergio Bonelli avrebbe apprezzato più del fumetto stesso.

Riccardo Chemello racconta che venne folgorato da ragazzo dal film Yamakasi prodotto da Luc Besson e iniziò a praticare il parkour. Diventò così filmaker di video di questo sport e in seguito di spot pubblicitari. Fu catapultato nel mondo di Dampyr nel 2018, quando fu contattato da Sgaravatti: vide il pitch (una breve presentazione realizzata dal produttore), lesse i primi due albi e se ne innamorò, decidendo di tuffarsi nel progetto. Leggendo poi gli albi successivi trovò una «base di partenza stellare» su cui poter creare uno storyboard e un buon addattamento visivo.
Una delle sfide più eccitanti del film è stata per lui quella del setting, cioè trovare le location: dopo molto tempo speso infruttuosamente in Serbia, si optò per la Romania, e in particolare fu scelto come set di Yorvolak un paesino di etnia Rom nel cuore della Transilvania. Questa affannosa ricerca era necessaria per una precisa scelta del regista, che non voleva usare blue screen o green screen, perché questa modalità di ripresa richiede agli attori uno sforzo di immaginazione che, a suo avviso, rovina l’interpretazione. Era importante, per Chemello, che gli attori «sentissero il profumo della storia».

Majo considera una fortuna aver potuto lavorare sui personaggi di Dampyr fin dalla loro nascita, mentre in Tex ha fatto più fatica, essendo un personaggio già esistente. Vedere in carne e ossa i suoi disegni e i suoi personaggi lo ha emozionato: ha ritrovato sullo schermo le scene che aveva immaginato nella mente prima di tradurle in disegni.
Ricorda Boselli che Stuart Martin ha dichiarato di essersi ispirato, per il personaggio di Kurjak, alle facce e alle inquadrature che Majo realizzò per i primi piani del fumetto. Majo è anche autore delle immagini del libro che Harlan scopre alla fine del film.

Nicola Genzianella, tra gli autori più longevi di Dampyr, dichiara di voler proseguire felicemente la convivenza più che ventennale con i suoi personaggi, poiché si diverte sempre molto a «farli recitare». Ciò non toglie le difficoltà del suo lavoro, che richiede una grande documentazione, come ad esempio nella realizzazione grafica del villaggio di Lukomir nella saga Le origini. L’artista ha molto apprezzato l’interpretazione che ha dato Stuart Martin di Kurjak, anticipando che potrebbe trarne ispirazione per la futura realizzazione grafica del personaggio.

Secondo Alberto Ostini, Dampyr è un film sulla ricerca dell’identità, da parte di Harlan e di Kurjak, e di un’umanità perduta da parte di Tesla. Per la trama gli sceneggiatori hanno cercato di cambiare il meno possibile la storia originale, più che altro attualizzandola, visto che sono passati vent’anni dall’uscita del primo volume a fumetti.

Giovanni Masi considera i primi due numeri di Dampyr una origin story perfetta. Il difficile, per il lavoro di sceneggiatura, è stato più che altro il linguaggio, perché il cinema negli ultimi vent’anni è cambiato molto. Il lavoro di adattamento, comunque, si è svolto in uno spirito di fedeltà ai personaggi originali, cercado di «mantenere il cuore». Anche perché, scherza Masi, altrimenti c’era Boselli che li bacchettava e li riportava sui binari… ma con «garbo e buone maniere»!

Mauro Uzzeo conclude l’incontro ricordando l’emozione di aver scritto la scena in cui Harlan si taglia la mano e fa scorrere il sangue sui proiettili. In quel momento si è detto: «Ehi, stiamo proprio facendo Dampyr!».

E noi ci auguriamo che quest’ottima squadra metta presto mano a un secondo capitolo, per il quale si vocifera già di possibili location e antagonisti…




Risorse Web:
Pagina dell’evento su SergioBonelli.it
Scheda del volume Il figlio del diavolo
Mauro Boselli su Wikipedia
Majo su Wikipedia
Nicola Genzianella su Wikipedia
Canale Youtube di Riccardo Chemello
Mauro Uzzeo su Wikipedia
Alberto Ostini su Wikipedia
Giovanni Masi su Bao Publishing
Sergio Bonelli Editore
Pagina Facebook del film

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