Episodio: IL RE IN GIALLO
Testi: MAURO BOSELLI
Disegni: LUCA ROSSI
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: MARINA SANFELICE, LUCA CORDA
Pagine: 96
Edizione: BONELLI, 10-2019
Nyarlathotep è rimasto confinato agli estremi margini del Multiverso, mentre Kurjak veniva trasportato nella vera Carcosa. La città si è materializzata davanti al palazzo reale di Ythill, dove la regina Cassilda e i figli Aldones e Camilla vedono che il tempo, fino ad allora congelato in un eterno presente, riprende a scorrere. Il palazzo viene invaso dagli adepti di Nyarlathotep e Aldones viene ucciso. Intanto giungono nella città anche gli adepti della Confraternita di Kuen-Yuin, guidati da Mgos Zhang Rabten.
Ann Jurging si schiera in campo e ha l’idea di far suonare il violino al figlio di Kurjak, che riprende momentaneamente il controllo sulla Pallida maschera. Tanto basta ad Ann per trovare una strada di accesso a Carcosa, seguendo la nave su cui viaggia il Re in Giallo, insieme allo scrittore Ambrose Bierce, che fu il primo a scriverne sulla Terra e a trovarne la strada mentre era in Messico, al seguito di Pancho Villa.
Salpati da Dylath Leen, grazie all’aiuto della succuba Eisheth, Harlan e soci costeggiano l’altopiano di Leng su una nave mercantile e raggiungono la loro meta.
Sbarcato a Carcosa, il Re in Giallo si rivela essere Hastur, antico sovrano della città e consorte di Cassilda. In un vecchio scontro con Nyarlathotep, Hastur accettò su di sé il Marchio giallo, per far risparmiare la moglie e i figli. Il Re ora deve mantenere la sua parte di accordo e consegna il Marchio alla Pallida maschera, preparando l’avvento dei Grandi Antichi. Ma Harlan e suoi alleati non hanno alcuna intenzione di lasciare campo libero ai nemici.
In questo strepitoso finale della saga dei Grandi Antichi, Boselli dimostra tutta la sua genialità di autore. Prima di tutto inserendo Ambrose Bierce nella storia, come aveva già fatto con gli scrittori che inventarono i miti mutuati in Dampyr, e spiegandone la scomparsa in una costola del racconto che coinvolge anche Pancho Villa e la Rivoluzione messicana. Poi sciogliendo vari nodi narrativi, apparentemente poco significativi perché disseminati come brevi accenni negli scorsi numeri, e che ora si dimostrano invece cruciali, come la vicenda di Cassilda e Ythill. Ancora, con un risvolto tutto umano sull’identità del Re in Giallo, con cui non si può non simpatizzare, nonostante le sue colpe. E commuovendo con il passaggio in cui la coscienza di Kurjak si scuote e prende momentaneamente il sopravvento sul parassita, risvegliata dalla “voce” dei violini dei figli. Il resto è una tesissima resa dei conti, narrata con le tinte del vero orrore cosmico.
Rossi fa la sua parte per la riuscita di questo stupendo albo, ritraendo mostri spaventosi, che sembrano usciti dai quadri di Bosch. Il suo stile spigoloso ben si accorda sia con le espressioni dei personaggi, angosciate o sofferenti, e ai relativi risvolti drammatici, che con le geometrie sbilenche e le tetre architetture della fantastica Carcosa, con i suoi mattoni sporchi e le scalinate storte. La parte grafica, così, amplifica considerevolmente un racconto dai toni cupi e orrifici.
Risorse Web:
Mauro Boselli su Wikipedia
Luca Rossi su Wikipedia
Sergio Bonelli Editore
Pagina Facebook di Dampyr
Nessun commento:
Posta un commento