Autore: RAYMOND RUDORFF
Anno: 1972
Edizione italiana: GARGOYLE BOOKS, 2010
Traduzione: SIMONE DE CRESCENZO
Copertina: GRAFEMA
ISBN: 978-88-89541-40-1
Pagine: 264
Disponibile da ieri in libreria Gli Archivi di Dracula. Il romanzo, edito dalla Gargoyle Books, è arricchito da un’interessante postfazione di Gianfranco Franchi.
1876. Franz, Karl e Reinhold sono tre studenti dell’Università di Vienna, in viaggio tra le montagne di Stiria e Slovacchia. Una notte, i tre amici decidono di visitare il castello diroccato della contessa Bathory. Dopo aver esplorato ogni anfratto del maniero, giungono alla sala delle torture, e di qui al sepolcro della contessa. Rotti i sigilli e depredata la tomba degli oggetti di valore, liberano, senza saperlo, un mostro assetato di sangue.
Dopo qualche giorno Adelaide Morheim si ammala. Il marito è preoccupato dai suoi continui incubi, amnesie e lunghi periodi di trance. Durante la notte, si sente parlare Adelaide con un’altra donna, che però nessuno riesce a vedere. Iniziano a girare strane voci e alcuni domestici, temendo una presenza diabolica, lasciano la casa. Il delirio di Adelaide giungerà a farle profanare la tomba di un giovane suicida, per poi morire qualche giorno dopo. Da allora Conrad inizia a sognare la moglie che lo chiama a sé. Gli incubi terminano solo quando l’uomo libera la bara della moglie da alcuni crocifissi. Adelaide sarà, così, libera di uscire dalla tomba come vampira.
Rimasto orfano, il figlio ritardato dei Morheim, Stephen, cresce con lo zio a Ravensburg. Dopo rapidi e prodigiosi miglioramenti, negli anni successivi rivela un intelletto finissimo, che lo fa eccellere negli studi. Il ragazzo dimostra una morbosa curiosità per la storia, per i nobili casati del centro Europa, ma anche per la guerra e i massacri del passato. L’interesse di Stephen si scoprirà rivolto in particolare a due suoi antenati, la contessa Bathory e il Voivoda di Valacchia Vlad V “Dracul”: Stephen è convinto del fatto che non siano mai del tutto morti.
Gli Archivi di Dracula è un tuffo nel passato, un romanzo che sa di antico. Potrebbe, infatti, passare tranquillamente per un prodotto della letteratura inglese di fine Ottocento, se non fosse che è stato pubblicato nel 1972. Lo stile e la struttura narrativa, basata su diari e scambi epistolari, rimandano chiaramente al Dracula di Stoker, da cui però si discosta notevolmente lo sviluppo della trama. Dal titolo, infatti, si potrebbe pensare ad una storia inedita del conte transilvano, ma in realtà il famoso vampiro aleggia sullo sfondo, rivelandosi solo nel finale. I protagonisti qui sono altri, e semmai presenza vampiresca più tangibile è quella della sanguinaria Bathory. La contessa, infatti, avendo varie ascendenze e discendenze tra i personaggi del romanzo, si può considerare il fulcro della storia, baricentro temporale di una vicenda che si sviluppa anche in un passato remoto. Avvicenti, a tal proposito, le ricostruzioni genealogiche del professor Arminius (il cui nome è una citazione che non sfuggirà agli appassionati di Stoker).
Il 1972, si diceva. Altra cosa notevole di questo romanzo è che, scritto prima dei vari successi vampireschi di Anne Rice e Chelsea Quinn Yarbro, è anticipatore di un gusto che si svilupperà negli anni seguenti, oltre che di una formula che esploderà molto più tardi, ovvero il pastiche stokeriano.
Risorse Web:
Gargoyle Books
Recensione de La Dimora dei Branderson di Raymond Rudorff
La postfazione di Gianfranco Franchi
Scheda de Gli Archivi di Dracula
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