Episodio: IL PITTORE DELLA SCUOLA NERA
Testi: NICOLA VENANZETTI
Disegni: MICHELE CROPERA
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: OMAR TUIS
Pagine: 96
Edizione: BONELLI, 05-2020
Nel 1999, il duca infernale Haborym si recò a Wittenberg da Klaus Weber, architetto visionario ma di scarso successo. Il demone gli offrì per l’ultima volta di entrare nella Scuola Nera, per coltivare il suo talento dietro la guida dei demoni dell’Inferno, ricevendo l’ennesimo rifiuto.
Vent’anni dopo è il pittore Adam, figlio di Klaus, ad accettare di frequentare la Scuola. Qui Adam impara a catturare l’essenza del male nei suoi quadri, e chi li osserva rischia letteralmente di esserne divorato, come in effetti capita a un invidioso collega di studi. Il direttore Adar Melek, pur se a malincuore, licenzia il giovane, secondo lui pronto per affermarsi nel mondo.
Le opere di Weber riscuotono successo e viene organizzata una personale a Berlino. Visitando la mostra, Ann Jurging viene catturata in una visione generata da un quadro. La donna quindi si reca con Harlan e Kurjak sui Monti Harz a cercare Weber, ma i tre cadono in una trappola ordita dal duca Abigor e finiscono in uno strano borgo, all’interno di un quadro di Weber. I nostri realizzano di essere in grossi guai, e si trovano ad affrontare le creature mostruose generate dall’estro morboso del pittore, finché si imbattono in Klaus, anch’egli prigioniero del figlio.
Con questo episodio Venanzetti ci porta in pieno territorio horror, calando Harlan e soci in un vero incubo. I protagonisti si trovano in un turbine di eventi, mentre viene opportunamente dato maggiore spazio alla vicenda di Adam e Klaus, e lo stesso ambiente diventa un personaggio, prendendo addirittura vita, quando un intero cimitero spalanca le fauci per inghiottire i nostri eroi! Da segnalare in particolare il commovente tentativo del padre, che cerca di salvare il figlio anche quando quest’ultimo è evidentemente già condannato. E la fragilità del figlio, da piccolo ignorato da un padre assente e alcolista, fragilità che degenera in un compiaciuto e implacabile cinismo.
I disegni sono “densi”, pastosi, sembra di vedere l’aria stessa tra gli ambienti. Il tratto di Cropera è sempre più personale, sia per i protagonisti, resi con fattezze spigolose e decise, che per gli scenari da incubo, da film espressionista, come viene osservato dallo stesso Kurjak. L’artista, poi, ci regala una vera galleria infernale, che mostra generosamente, senza scorciatoie, una ventina di quadri diabolici, e una serie memorabile di mostri. Spesso le vignette acquistano maggior respiro quando diventano doppie o quadruple.
Risorse Web:
Pagina Facebook di Nicola Venanzetti
Michele Cropera su Facebook
Sergio Bonelli Editore
Pagina Facebook di Dampyr
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