domenica 16 luglio 2017

Arabella Kenealy, “Una Splendida Vampira”

Titolo: UNA SPLENDIDA VAMPIRA (A Beautiful Vampire)
Autore: ARABELLA KENEALY
Anno: 1896
Edizione italiana: STAMPA ALTERNATIVA / NUOVI EQUILIBRI, 2011
Traduzione: FABIO GIOVANNINI
Copertina: n.i.
ISBN: 978-88-6222-177-1
Pagine: 28
Recentemente ho notato sul banco di una libreria questo volumetto tascabile, che mi era sfuggito alla sua uscita, qualche anno fa. Nonostante la copertina non proprio attraente, trattandosi di un piccolo spillato edito da Stampa Alternativa, curato e tradotto dal grande vampirologo Fabio Giovannini, non ho potuto fare a meno di acquistarlo. Ed è stata una vera scoperta.
L’autrice Arabella Kenealy offre già di per sé motivi di interesse, come informa il curatore nell’introduzione. Figlia di un celebre e discusso avvocato, Arabella scrisse saggi contro le donne lavoratrici e la pretesa femminista di abolire le differenze tra uomo e donna. Curiosamente, non si sposò mai e non ebbe figli, portando però avanti la professione medica.

Una Splendida Vampira è un racconto del 1896, uscito quindi un anno prima del Dracula di Stoker, e fa parte della serie dell’investigatore dell’occulto Lord Syfret. La storia è ambientata nella cittadina di Argles, dove si diffonde la scandalosa notizia del tentato omicidio di Lady Deverish da parte del dottor Andrew. Nei “salotti bene”, tra tè e biscottini, si parla con sgomento e perplessità della cosa, essendo il dottor Andrew una persona di comprovate serietà e competenza.
Lord Syfret, però, non si accontenta dei pettegolezzi e decide di andare a fondo nella questione: è uno a cui «piace scoprire le motivazioni umane». Prima interroga la signora Lyall, dama di compagnia di Lady Deverish, che ne viene descritta come un demonio. Poi si reca dal dottor Andrew, che ammette di aver tentato di strangolare la donna. Lord Syfret, quindi, manda a indagare un’infermiera fidata a casa Deverish. Marian riesce a farsi assumere solo camuffando il suo aspetto con trucchi e belletto, apparendo così più giovane e in forma. Lady Deverish, infatti, pretende di avere intorno solo persone in carne e in perfetta salute. Come bambini, infermiere e mariti, due dei quali già da lei sotterrati. Ed ecco arrivare il terzo, Lord Arlington, che inizia immancabilmente a deperire...

Una scoperta, si diceva, questo racconto. Non solo perché va ad allargare il numero, in definitiva limitato, dei racconti ottocenteschi di vampiri tradotti in italiano. Ma anche perché propone una storia deliziosa, raccontata con ironia e con stile piacevole. La Kenealy, infatti, dimostra di avere notevole agilità di penna e capacità di una prosa brillante e briosa, come quando Marian storpia involontariamente il nome Deverish in «Devilish» («Diabolica»).
La natura del vampirismo e la figura del vampiro, poi, sono alquanto diverse da quelle comunemente proposte in letteratura: Lady Deverish è definita un «vampiro umano», ma di grado “maggiore” rispetto ai tanti altri che ci sono in giro (per certi versi accostabile alla Harriet di Florence Marryat). La nobildonna è, infatti, bramosa, avidissima di vita, che sottrae consapevolmente (caso raro rispetto alla sua “razza”) alle sue vittime, siano essi mariti, fratelli o la stessa madre. Questo processo, spiega il dottor Andrew, deriva da un continuo interscambio di forze vitali che avviene tra le persone, ed è «il concetto fondamentale della salute e della malattia umana». Peccato che il dottore non possa pubblicare queste sue osservazioni sul Lancet, perché in tal caso diventerebbe lo zimbello dei suoi colleghi.

Risorse Web:
Stampa Alternativa
Scheda di Una Splendida Vampira
Fabio Giovannini su Wikipedia
 

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