Autore: ANNE RICE
Anno: 2002
Edizione italiana: LONGANESI, 2007
Traduzione: SARA CARAFFINI
Copertina: FOTO DIDIER GAILLARD / GETTY IMAGES
ISBN: 978-88-304-2459-3
Pagine: 626
Prima di occuparci dell’ultimo romanzo dedicato ai vampiri di Anne Rice, prenderemo in esame Il Vampiro di Blackwood, pubblicato da Longanesi nel 2007, nel quale sono narrate le vicende che precedono la situazione d’apertura di Blood.
Quinn Blackwood è vampiro solo da un anno e ha deciso di stabilirsi presso l’Hermitage di Sugar Devil, un isolotto in mezzo alla palude che circonda Blackwood Manor, per sorvegliare la residenza ove dimorano i membri della sua famiglia da generazioni. Fin da bambino, Quinn interagisce con un’entità spirituale che ha battezzato Goblin: il fantasma appare identico al protagonista nelle varie fasi della vita e non è intenzionato a lasciarlo nemmeno ora che Quinn è un vampiro, anzi sta diventando più pericoloso. Quinn decide di farsi aiutare da Lestat per liberarsi di questa presenza sempre più invadente e comincia a raccontargli la sua storia e quella della sua famiglia.
La storia di Quinn è inscindibile da quella di Goblin che, fin da quando il vampiro ricorda, è sempre stato al suo fianco e insieme hanno conseguito tutti i traguardi della crescita. Le visite e gli esami medici ai quali Quinn è stato sottoposto non hanno evidenziato nulla di organico, ma il fantasma non è mai sparito. Quinn si confida completamente con Lestat, gli racconta dell’apparizione del lussurioso fantasma di Rebecca, della scoperta dell’Hermitage dove questa fu uccisa e del misterioso intruso che invano ha cercato di sfrattare. Lestat diventa partecipe dell’amore di Quinn per Mona Mayfair, un sentimento contrastato dalla famiglia e dalle gravi condizioni di salute della ragazza. Gli racconta del viaggio intrapreso con l’ottuagenaria zia Queen in Europa e di come, durante quel periodo, Goblin non sia apparso per poi ritrovarlo non appena tornato a Blackwood Manor. Non trascura nemmeno le circostanze della sua trasformazione, operata a Napoli da Petronia (un vampiro ermafrodita sopravvissuto all’eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei) e, al suo ritorno a casa, il confronto col furioso amore di Goblin. Durante la conversazione il fantasma aggredisce l’anziana zia Queen uccidendola; davanti all’evidenza Lestat s’impegna ad aiutare Quinn nell’esorcismo che condurrà Goblin nell’aldilà. L’esorcismo sarà compiuto da Merrick (la donna che aiutò Louis a comunicare con Claudia nel romanzo Merrick la Strega), diventata vampira tre anni orsono ma, sebbene la pratica avrà successo, Lestat dovrà affrontare un nuovo dolore.
Per apprezzare appieno il romanzo è consigliabile aver già letto le precedenti “Cronache dei vampiri” e la saga delle streghe Mayfair, a causa dei numerosi collegamenti inseriti nella trama, comunque le vicende sono godibili anche per chi non ha mai letto Anne Rice.
Il meccanismo narrativo è lo stesso usato dall’autrice nelle cronache redatte da David Talbot (Il Vampiro Marius, Armand il Vampiro, Pandora…): la lunga narrazione in prima persona, da parte del protagonista dei fatti che lo riguardano, una sorta di autobiografia redatta a ruota libera ma impreziosita dall’eleganza barocca della prosa dell’autrice. Partendo dalla ghost-story vediamo man mano inserire elementi del noir e vividi spaccati della società e cultura di New Orleans, per finire con un agghiacciante e macabro esorcismo preceduto da sconcertanti rivelazioni.
Questo romanzo è pervaso da un’intensa atmosfera religioso-spirituale della quale non sono immuni nemmeno i vampiri: Lestat e Merrick non solo possono guardare la croce ma, addirittura, ricevere il sacramento della comunione.
Risorse Web:
Sito dell’autrice
Anne Rice su Wikipedia
Scheda de Il Vampiro di Blackwood
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