Autore: ANNE RICE
Anno: 2003
Edizione italiana: LONGANESI, 2010
Traduzione: SARA CARAFFINI
Copertina: FOTO DOUGLAS BLACK / ARCANGEL IMAGES
ISBN: 978-88-304-2755-6
Pagine: 358
Blood è l’ultimo romanzo dedicato al mondo soprannaturale della scrittrice Anne Rice, la quale, in seguito alla conversione cattolica avvenuta nel 1998 (che ha grandemente influenzato i romanzi successivi) e al decesso del marito, ha deciso di “scrivere solo per il Signore”, abbandonando definitivamente la saga delle streghe Mayfair e le cronache dei vampiri a favore di opere religiose, fra le quali risaltano quelle incentrate sulla figura di Gesù Cristo.
Blood, disponibile nelle librerie dal 18 febbraio, è il romanzo più controverso dell’intera opera di Anne Rice: la critica è divisa fra gli entusiasti e i “nostalgici”, che, rispettivamente, lodano e aborriscono il romanzo poiché costituisce una novità rispetto a ciò a cui, finora, l’autrice ci ha abituati.
La trama, come vi abbiamo anticipato, inizia proprio dove termina Il Vampiro di Blackwood; dopo un breve capitolo nel quale Lestat - che torna a diventare la voce narrante - descrive la sua ambizione a diventare santo, lo vediamo compiere il trucco oscuro con l’ormai prossima alla morte Mona Mayfair, rendendola vampira.
La famiglia di Mona si precipita a Blackwood Manor per ricondurla in ospedale, ma passerà qualche giorno prima che la neo-vampira decida di incontrare i parenti che, vedendola nuovamente in salute, non si capacitano dell’accaduto. In particolare Rowan, un famoso medico che, in quanto donna di scienza, non crede ai miracoli.
Rowan riesce ad affascinare Lestat, che se ne innamora perdutamente.
Lestat inizia a ricevere la visita del fantasma di Oncle Julian, il bis bis nonno di Mona, che è molto indispettito per la trasformazione operata sulla nipote, ed è disposto a dargli il tormento per l’eternità.
Rowan e Mona sono entrambe depositarie di un segreto: entrambe hanno partorito esemplari della perduta razza dei Taltos, figli che sembrano scomparsi da molti anni. Mona è determinata a ritrovare la figlia perduta e, con Lestat e Quinn, partirà alla volta dei Caraibi, dove ha appreso della presenza dei Taltos in un’isola frequentata da narcotrafficanti.
Anche i detrattori di questo libro non esitano a salvare la prosa della scrittrice, sempre elegante, prodiga di preziosi dettagli che la rendono particolarmente evocativa. I pensieri di Lestat si susseguono in modo telegrafico, mettendo in luce le profonde contraddizioni del suo animo tormentato.
Del principino viziato che abbiamo conosciuto finora, restano solo i pizzi e i merletti del suo abito. Lestat, infatti, dopo le vicende di Memnoch, è profondamente cambiato, cerca la redenzione desiderando, addirittura, di essere santificato… ma fin troppe volte è stato tentato dal male e, seppur cerchi di controllarsi, non riesce a perdonare Mona quando glielo rinfaccia.
Un altro limite di Lestat è la tecnologia: non riesce a imparare l’uso dei moderni sistemi di comunicazione, tanto da essere rimproverato persino da Maharet (la vampira che abbiamo conosciuto in La Regina dei Dannati) che è ben più antica di lui.
Come il titolo originale - Blood Canticle - anticipa, il sangue riveste un ruolo importante nel romanzo, oltre ad essere nutrimento per i vampiri, contiene le memorie delle persone ed è il principale artefice del legame tra il neo-vampiro e il suo creatore. Lestat si riferisce al sangue, indicandolo con la S maiuscola, in più di un’occasione e termina la narrazione con queste parole: …il sangue che insegna la vita non insegna le menzogne, e l’amore ridiventa il mio rimprovero, il mio stimolo, il mio canto.
Risorse Web:
Sito dell’autrice
Casa Editrice Longanesi
Scheda di Blood
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