Episodio: LA FORESTA DEI SUICIDI
Testi: NICOLA VENANZETTI
Disegni: GIORGIO GUALANDRIS
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: RICCARDO RIBOLDI
Pagine: 96
Edizione: BONELLI, 05-2023
Qualcosa di oscuro si è risvegliato nella famigerata “foresta dei suicidi” di Aokigahara, alle pendici del monte Fuji in Giappone. Già in passato la distesa vegetale si era guadagnata una fama sinistra, a causa dell’usanza di abbandonarvi le donne anziane nei periodi di carestia perché non pesassero sulle famiglie in difficoltà. Sembra che siano i loro spiriti, gli yurei, a infestare il posto e ad attirare nuove vittime.
Noriaki, Aruna e altre tre persone sono in un tempio al centro della foresta per praticare lo hyakumonogatari kaidankai, rito che consiste nello spegnere cento candele raccontando episodi legati ai loro familiari morti sul luogo. Il gruppo cerca di evocare il demone aoandon perché conduca le anime degli yurei nell’aldilà. Ma il rito non funziona e l’aoandon scatena tutta la sua furia, traendo energia dalla disperazione di vivi e morti e portandoli alla rovina.
Non molto tempo dopo giunge nella foresta Kenshin, ex membro della yakuza, con l’intento di liberare lo spitiro dell’ex collega Hanzo, morto per causa sua. Kenshin non affronta il difficile compito da solo, ma gli si affiancano l’anziano signor Hasegawa, esperto del luogo, e l’amico Harlan, contattato dalla moglie Keiko, preoccupata per la sorte dell’amato.
Venanzetti intesse una storia raffinata e intensa, dal ritmo dilatato e incentrata su un tema delicato come il suicidio, ma affrontato secondo il punto di vista nipponico, quindi come soluzione talvolta onorevole per evitare di diventare un peso per gli altri. Altro tema portante è il duplice carattere della natura, che può essere distruttrice o pacificatrice: la foresta diventa manifestazione sensibile di un mondo interiore, un luogo dove trovare se stessi, per abbandonarsi alla morte o per riemergerne rinnovati. E in questo sembra possa avere un ruolo cruciale la poesia, come a dire: un haiku ci salverà.
Gualandris si conferma grande maestro del pennello: sa creare la spazialità anche in piccole vignette, che risultano ariose, ricche d’atmosfera con le loro mille sfumature, talvolta tenui e delicate quando realizzate a matita. Notevole l’espressività e l’accuratezza nel realizzare i volti, spesso in primo piano e con luci dal taglio drammatico.
In definitiva La foresta dei suicidi risulta un albo emozionante, con disegni splendidamente realizzati.
Risorse Web:
Scheda di La foresta dei suicidi
Pagina Facebook di Nicola Venanzetti
Blog di Gualandris
Sergio Bonelli Editore
Pagina Facebook di Dampyr