martedì 17 novembre 2015

Lukas Reborn - N.8

Titolo: LUKAS REBORN, N.8
Episodio: DOPPIO GIOCO
Testi: MICHELE MEDDA
Disegni: WERNER MARESTA
Colori: no
Copertina: MICHELE BENEVENTO, LORENZO DE FELICI (colori)
Lettering: LUCA CORDA
ISBN: no
Pagine: 96
Edizione: SERGIO BONELLI, 11-2015

Ednar, ex avversario nell’arena e ora amico di Lukas, riceve la visita di due uomini del boss Vladimir, che vogliono costringerlo a riassumere un delinquente nella sua palestra. Per sua fortuna sopraggiunge Lukas, che risolve la situazione e poi si propone a Ednar come socio, così da risollevarne le esauste finanze.
Notata in una conferenza, Bianca Roberti viene assunta come consulente dell’immagine di Ridley Moran, il maggiore avversario di Smiley nella corsa alla carica di Governatore. Bianca si trasferisce nella villa di Moran a Sandal Hill, dove inizia a scrivere discorsi per il politico. Durante la serata, si ritrova in macchina con l’autista Hugo, che va a prendere alla stazione la giovane Amy Deschanel. Questa è un’ex collaboratrice dell’associazione Samaritan di Natalie Smiley e del fidanzato Jerry Carmody. Amy ha le prove della corruzione di Jerry ed è venuta a consegnarle a Moran, che le ha offerto una considerevole cifra, così da rovinare il suo avversario politico. Ma Smiley non rimane a guardare e incarica i vampiri Doobie e Manya di recuperare i documenti. I due scagnozzi speronano l’auto che trasporta Amy e Bianca, e cercano di acciuffare la ragazza. Braccate, Bianca e Amy si rifugiano negli uffici di una miniera, dove Bianca riesce ad avvisare Lukas.
La Squadra Phoenix, intanto, ha grossi problemi a gestire Seymour, un troll sotto la loro custodia, che riesce a scappare e fa delle vittime prima di essere riacciuffato da Myra.


In questo episodio, senz’altro tra i migliori della serie, non sono tanto centrali le emozioni e il carattere dei personaggi, quanto la realtà in cui si muovono. La città in cui vediamo camminare Lukas è un luogo alienante, in cui «non si scorgeva un solo sorriso tra le persone che sciamavano nelle stazioni della metropolitana. Tutte le facce sembravano avere la stessa espressione: quella di chi è rassegnato a un oggi senza domani». Quello tratteggiato è un Paese che «sta per esplodere» per gli attriti tra potere e popolo, in cui ci si pone scrupoli a fare dei figli (come osserva Ednar), in cui la crisi ha messo in ginocchio piccoli imprenditori e lavoratori, in cui lo studio e la preparazione contano poco o niente, in cui ai disperati il suicidio può sembrare una soluzione. Sconforto e angoscia non possono che dilagare in un mondo in cui quel che conta di più sono i soldi, come testimonia il personaggio di Amy.
Muovendo una dura critica sociale, Medda sembra, tradendo una certa ansia per il futuro, porre a sé e ai lettori la tacita domanda se quella della politica sia ancora la strada capace di risolvere i problemi della gente. La dice lunga, a tal proposito, il disincanto finale di Bianca, la quale realizza che non c’è differenza tra i due avversari politici: che vinca il bianco o il nero, niente cambierà. E in tutto ciò permane la cecità della gente, che continua a tenere fissi gli occhi sul televisore, ipnotizzata dal racconto mediatico della realtà.
L’unica possibile via d’uscita la indica proprio Bianca, quando rivendica la sua integrità e spiega l’inutilità della corsa ai beni superflui e a un benessere fittizio, abbracciando di fatto il concetto pasoliniano della disumanità della società dei consumi.
Efficaci ed espressivi i disegni di Maresta, che si concede una certa libertà nella costruzione della tavola, rompendo a più riprese la classica griglia bonelliana.

Risorse Web:
Blog di Werner Maresta
Werner Maresta su Wikipedia
Sergio Bonelli Editore
 

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