lunedì 31 agosto 2020

Bram Stoker, “Dracula ovvero: il Non-Morto”

Titolo: DRACULA OVVERO: IL NON-MORTO (Dracula: or, the Un-Dead)
Autore: BRAM STOKER
Anno: 1897
Edizione italiana: ALTA TENSIONE, 2020
Traduzione e cura: FABIO GIOVANNINI
Copertina: Poster francese per il film Dracula (1931)
Pagine: 336

Per chi segue il nostro blog, Fabio Giovannini non ha certo bisogno di presentazioni, essendo tra le massime autorità mondiali nell’ambito della Vampirologia e del Fantastico. Negli ultimi tempi, il vampirologo genovese ha prodotto diversi volumi di notevole interesse (e anche un bellissimo blog!). L’ultimo, in ordine di tempo, uscito nello scorso luglio, propone un’opera assai preziosa, ovvero il primo testo teatrale di Dracula: opera preziosa per il contenuto, e preziosa perché stampata in edizione limitata a 100 copie numerate (ancora pochi i volumi disponibili su questa pagina web). Si tratta in effetti della prima traduzione italiana del dramma stokeriano, introdotta da un’erudita e puntuale prefazione, un vero e proprio saggio, e arricchita da un nutrito corredo di rare illustrazioni d’epoca, in bianco e nero e a colori.
Il testo fu redatto e portato in scena da Bram Stoker per acquisire i diritti di rappresentazione della propria storia. Del dramma, in un prologo e cinque atti, venne data lettura otto giorni prima della pubblicazione del romanzo. Fu questa, quindi, la prima “uscita” ufficiale del celeberrimo Conte vampiro. Apprendiamo dall’introduzione che questa prima comparsa pubblica del Dracula stokeriano avvenne, infatti, tra la mattina e il pomeriggio del 18 maggio 1897, quando Dracula: or, the Un-Dead venne letto al Lyceum Theatre di Londra, il teatro di cui Stoker era manager, alle dipendenze di Henry Irving, forse il più grande attore del tempo nonché gestore del teatro. Era una delle cosiddette “copyright performance”, cioè letture realizzate sul palcoscenico per tutelare gli autori dei romanzi da adattamenti teatrali non autorizzati.
Curiosamente, il titolo dell’opera è diverso da quello che sarebbe stato poi scelto per il romanzo, a testimoniare l’indecisione dell’autore a pochi giorni dall’uscita. Stoker, comunque, andò oltre una semplice riproposizione del romanzo, organizzando il testo per una vera trasposizione teatrale.

Un paragrafo tra i più coinvolgenti del saggio è quello intitolato Come immaginare la rappresentazione del 1897, in cui Giovannini cerca di ricostruire l’evento, descrivendone il ristretto pubblico: Henry Irving, forse la grande attrice Ellen Terry, amici di Stoker, membri dello staff, donne delle pulizie «appoggiate alle loro scope», passanti e pochi spettatori abituali. Il commento di Irving alla rappresentazione sembra fosse un ambiguo «Dreadful!» («Terribile!»), non si sa se uno sberleffo o una lode alla capacità dell’autore di suscitare brividi. Di sicuro Stoker pensò a lui nel ruolo di Dracula, o forse di Van Helsing, ma il grande interprete non accolse mai la richiesta del suo dipendente.
In contrasto con le dicerie riportate da alcuni autori che definiscono questo dramma un tedioso polpettone realizzato per pura formalità legale, dal resoconto fornito da Giovannini emerge che la rappresentazione organizzata da Stoker fosse più che dignitosa, potendo vantare vari attori professionisti e con tutta probabilità anche degli interventi musicali. Lo spettacolo sarebbe stato seguito, quella sera, dalla commedia storica Madame Sans-Gêne, di cui sicuramente Dracula sfruttò le scenografie e alla quale parteciparono molti attori che erano stati impegnati nella lettura stokeriana.
Il primo attore a interpretare Dracula, per la prima volta nella storia, fu Thomas Arthur Jones. Tra gli altri interpreti c’erano Tom Reynolds, Kenneth Rivington, Edith Craig e molti altri, di cui il curatore fornisce molte notizie biografiche.
Il Lyceum, dove si tenne la rappresentazione, fu il “teatro di vampiri per eccellenza” (rimandiamo al volume per scoprirne i motivi). Diciamo qui solo che dopo la morte di Stoker, il teatro avrebbe ospitato nel 1939 una ben più nota rappresentazione di Dracula, firmata da Hamilton Deane: un omaggio postumo a Bram Stoker, colonna portante della famosa sala teatrale londinese, ma soprattutto autore della più alta vetta della letteratura vampiresca.

Raccontare ai nostri lettori la trama di Dracula sembra piuttosto superfluo. Ci limitiamo quindi a indicare schematicamente la suddivisione del testo teatrale, organizzato in 47 scene, che ricalca chiaramente la storia del romanzo.
Il prologo si svolge in Transilvania, e descrive l’arrivo di Jonathan Harker al castello del conte Dracula e la sua prigionia. Il primo atto è ambientato a Hillingham, dove Lucy riceve le tre proposte di matrimonio, nello studio del dottor Seward, che sta seguendo il cuorioso caso dello zoofago Renfield, e nel camposanto di Whitby, dove Lucy incontra per la prima volta Dracula durante una crisi di sonnambulismo. Il secondo atto si svolge a Hillingham, dove Mina racconta della malattia di Jonathan e del loro matrimonio, mentre Lucy mostra i segni del vampirismo. Il terzo atto si svolge tra il Berkeley Hotel, dove risiede Van Helsing, e la tomba di Lucy. Il quarto atto narra delle ricerche di Harker, Mina, Van Helsing, Seward, Morris e Holmwood, sulle tracce di Dracula tra Londra e Carfax. Il quinto e ultimo atto è incentrato sull’inseguimento di Dracula fino alla Transilvania e sulla resa dei conti finale.
La lettura di Dracula ovvero: il Non-Morto risulta assai interessante, perché ci dà indicazione di quali passaggi ed elementi fossero cruciali per l’autore, che dovette espungere quelli secondari. Stoker, tra l’altro, ebbe da riscrivere in buona parte la storia per strutturare la vicenda in modo che coinvolgesse direttamente i protagonisti, a differenza del romanzo, che è in forma epistolare e diaristica. Ne deriva un ritmo più veloce rispetto al romanzo, con scene spesso raccontate dai personaggi. In definitiva si sperimenta qui una diversa lettura del Dracula, che getta maggior luce sulla vicenda narrata dal romanzo e sul senso che l’autore intendeva conferire al suo racconto, oltre a catapultarci, coadiuvati dal paratesto, nel mondo di Stoker e nella genesi del suo immortale capolavoro.



Risorse Web:
Blog Vampyrismus
Scheda di Dracula ovvero: il Non-Morto
Anteprima di Dracula ovvero: il Non-Morto
Pagina Facebook Dracula il vampiro - Il libro
Fabio Giovannini su Wikipedia
 

domenica 9 agosto 2020

Dampyr - N.245

Testata: DAMPYR, N.245
Episodio: SANGUE SULLA SIRIA
Testi: CLAUDIO FALCO
Disegni: ANDREA DEL CAMPO
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: OMAR TUIS
Pagine: 96
Edizione: BONELLI, 08-2020

È da qualche giorno in edicola il nuovo numero di Dampyr, intitolato Sangue sulla Siria.

Il partigiano Dal, della milizia curda siriana [conosciuto nei numeri 123-124], si reca al Teatro dei Passi Perduti per informare Harlan della possibile presenza in Siria di un gruppo di vampiri. La figlioccia Sirwa, alla guida di un commando di donne, ha intercettato e distrutto delle autocisterne che trasportavano del petrolio di contrabbando in Turchia. Sirwa ha saputo da uno dei prigionieri che il petrolio viene dai pozzi di Marqadah, nel mezzo della zona di guerra. Ad estrarlo sarebbero gli uomini di alcuni pericolosi stranieri che si vedono solo di giorno, secondo Dal dei vampiri.
Harlan e soci continuano le ricerche a Tunisi, con l’aiuto dell’amico T-Rex. Studiando un rapporto dell’MI6 sull’esecuzione di una giornalista inglese a La Valletta, T-Rex ha individuato il misterioso personaggio dietro alla multinazionale petrolifera Southcorp, il quale in quarant’anni di foto mostra di non essere invecchiato di un giorno: si tratta del Maestro della Notte Ningirsu.
I nostri riescono a prendere possesso di una petroliera di Ningirsu. Bevendo il sangue di uno dei suoi non-morti, Harlan ha una visione del Maestro, dietro il quale si staglia minacciosamente l’ombra di Nergal.
Rintracciato il prestanome Günsur, Harlan e soci scoprono che Ningirsu ha il suo covo ad Aleppo, che raggiungeranno con l’aiuto di Arno del Medical Team per lo scontro finale.

Sangue sulla Siria sviluppa una storia d’azione che si svolge in varie location mediterranee. Falco ci regala qualche virtuosismo di sceneggiatura, come le scene in cui l’azione irrompe sui dialoghi, che passano in didascalia. Toccante il passaggio in cui Kurjak ricorda gli orrori della guerra, mentre osserva i palazzi sventrati dalle bombe, a pagina 70, per essere subito richiamato alla realtà e alla missione da Harlan, che pragmaticamente chiude la discussione dicendo: «Non possiamo farci nulla. Il nostro lavoro è un altro».
Densi e precisi i disegni di Del Campo, che dà il meglio nel ritrarre le varie architetture mediterranee, sempre ben documentate, tra scorci di città antiche e monumenti: Malta, Tunisi, Aleppo, e su tutte una bellissima tavola a tre vignette che raffigura la città di Damasco, a pagina 23. Non mancano scene dinamiche e dal taglio horror, come le vignette a tutta tavola di pagina 39 e 81, vere e proprie illustrazioni.






Risorse Web:
Pagina Facebook di Claudio Falco
Pagina Facebook di Andrea Del Campo
Sergio Bonelli Editore
Pagina Facebook di Dampyr