I testi rivelano consonanze significative, tanto da portare Pezzini all’ipotesi di una rilettura in nero del dittico carrolliano da parte di Le Fanu. Il secondo dei due romanzi di Carroll uscì nel 1871, e la la pubblicazione di Carmilla partiva nel dicembre dello stesso anno sulla rivista “The Dark Blue”.
Entrambe le protagoniste sono eroine vittoriane di buona condizione sociale, che vivono dimensioni di solitudine e vengono risucchiate in un mondo onirico. Già la struttura fondamentale accomuna i romanzi: una «struttura-cornice» a più livelli, esterna del narratore / interna della protagonista in Carroll, che si complica in Le Fanu con un gioco a tre voci (l’esecutore testamentario / Hesselius / Laura); ma il meccanismo è simile, fornendo al lettore una chiave critica della narrazione.
Molti gli elementi presenti in entrambe le opere, come il timore del ritardo del Coniglio bianco e della Contessa madre, la presenza di gatti mostruosi o il «Bevimi» letto da Alice, e funzionale all’ingresso del giardino proibito, che richiama l’invito inespresso di Laura alla vampira, suggestione già colta da Anna Berra nel romanzo L’Ultima Ceretta.
La stessa manipolazione del linguaggio di Carroll richiama il vampirismo anagrammato di Carmilla/Millarca/Mircalla.
Altri accostamenti diventano inevitabili alla luce della connessione iconografica con gli archetipi dei Tarocchi: la carta del Matto (il tema della follia), l’Imperatore e l’Imperatrice (re e regine di carte e scacchi / il generale Spielsdorf e la Contessa), gli Amanti (Laura e Carmilla / Alice e la Duchessa), la Giustizia e il Giudizio (l’ironico «tagliategli la testa» carrolliano che riecheggia nel «voglio tagliarle la testa» del generale in Carmilla), la Ruota della Fortuna (il ciclo delle vampirizzazioni / i mondi paradossali di Carroll), la Torre cadente (il precipitare di Alice nell’Underground e di Laura nell’incubo).
Sembrerebbe che Le Fanu si sia ispirato a Carroll anche per quello che è l’elemento centrale del suo romanzo, il tema del doppio e della specularità: nel dittico di Alice assistiamo ad un capovolgimento di regole e ambienti e alla presenza di personaggi speculari (come la Regina Bianca e la Regina Nera, o i gemelli Tuideldum e Tuideldì), che si “riflettono” in Le Fanu nella figura della non-morta, che emerge quale doppio della narratrice, evocata dalla solitudine e dal divorante desiderio della sua vittima/amante.
Risorse Web:
Alice in a Glass Darkly di Franco Pezzini
Scheda di Carmilla
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