Episodio: LA CAMERA DELLO SCIROCCO
Soggetto: GIOVANNI DI GREGORIO
Sceneggiatura: GIOVANNI DI GREGORIO
Disegni: NICOLA GENZIANELLA
Colori: no
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: LUCA CORDA
ISBN: no
Pagine: 96
Edizione: SERGIO BONELLI, 09-2009
In tutte le edicole il numero 114 di Dampyr, un’avventura ambientata in Italia dal titolo “La Camera dello Scirocco”.
Per promuovere il turismo nella città di Palermo, un’associazione culturale guidata dalla signora Enza inviò uno speleogo ad eseguire un servizio fotografico nei Qanat, canali costruiti ai tempi della dominazione araba per l’approvviginamento idrico cittadino. Purtroppo, poco dopo l’apertura della mostra fotografica realizzata nel complesso di Santa Maria dello Spasimo, lo speleologo viene trovato morto dissanguato, prima di poter consegnare delle fotografie a Salvo, uno dei pupari ancora esistenti e membro attivo dell’associazione culturale.
Seppur fatta passare per un’incidente, la causa del decesso è attribuibile ad una creatura misteriosa, la cui effige, disegnata in un cunicolo del Qanat, era stata catturata dall’obiettivo dello speleologo e scomparsa in concomitanza della sua morte. Caleb Lost manda Harlan ad indagare e, ben presto, il dampyr si rende conto che la soleggiata Sicilia è piena di ombre misteriose delle quali gli abitanti stessi non vogliono parlare. Sceso nei cunicoli sotterranei di Palermo, Harlan ha il primo scontro con l’entità demoniaca responsabile degli efferati omicidi perpetrati nei vicoli della città.
L’apertura della “camera dello scirocco”, contenuta nel palazzo dell’omertoso barone Ajovalasit, in occasione della prossima rappresentazione teatrale dei pupi di Salvo, consente ad Harlan ed Enza di scoprire una nuova via dalla quale la malvagia creatura può emergere e, grazie ad un brillante espediente escogitato dal dampyr, riescono ad aver salva la vita e ad infliggere al mostro il colpo mortale.
Giovanni di Gregorio, scrittore della prima avventura palermitana di Dampyr e palermitano anch’egli, ci propone uno splendido viaggio attraverso i lati più oscuri del folklore siciliano. L’autore riesce a mantenere una connotazione locale della storia, facendo spesso esprimere alcuni personaggi in dialetto e ricorrendo anche ad una macabra canzone popolare, che potrebbe fare da sottofondo ad un reportage giornalistico. Abbondanti e colte le citazioni di importanti scrittori siciliani che, seppur datate, ben si adattano al contesto evocato dalla trama. I personaggi sono ben tratteggiati nelle loro peculiarità. Molto interessante e di primo piano il ruolo del puparo che, con i suoi eroi delle “Chansones des gestes”, riuscirà a dare la svolta decisiva alla vicenda creando un’area al confine tra immaginario e realtà, dove anche i mostri più crudeli trovano la morte. Inoltre, lo spettacolo dei suoi pupi contiene un forte messaggio di speranza per gli abitanti di Palermo.
Genzianella, con le sue ombreggiature e tratteggi conferisce ai vicoli palermitani un’aura claustrofobica e angosciosa. Molto precise e dettagliate le riproduzioni dei monumenti, delizioso lo scenario del mercato dove Harlan, viaggiando su una Vespa, viene a stretto contatto con il lato più conosciuto e solare della Sicilia, prima di doversi confrontare con il male che nasconde.
Risorse Web:
Il sito del disegnatore Nicola Genzianella
Sergio Bonelli Editore
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