Autore: RICCARDO D’ANNA
Anno: 2011
Edizione italiana: GARGOYLE, 2011
Copertina: n.i.
ISBN: 978-88-89541-53-1
Pagine: 200
La casa editrice Gargoyle non solo ha ristampato Il Morso sul Collo, già pubblicato da Longanesi nel 1968 e ormai difficilmente reperibile, ma è riuscita a dare un seguito alla vicenda di Richard Fountain, mettendo nuovamente in azione il maggiore Anthony Seymour che, insieme all’ispettore Tyrrel, dovranno risolvere un nuovo misterioso caso.
L’autore è Riccardo D’Anna che, dopo aver curato l’editing del romanzo di Simon Raven, si è cimentato nella scrittura di un horror che avesse inizio proprio dove Il Morso sul Collo terminava.
Siamo negli anni ‘50 e il mondo sta faticosamente riprendendosi dalla catastrofe della seconda guerra mondiale Anthony Seymour non ha ancora dimenticato la triste fine del suo amico Richard Fountain e di Penelope, e soprattutto il fatto che i loro cadaveri siano stati trafitti da un paletto di legno.
L’ispettore Tyrrel lo convoca in centrale affinché fornisca chiarimenti concernenti la fine di Fountain: i dettagli dovrebbero servire a trovare un collegamento con i casi di suicidio recentemente capitati a Londra. La serie di suicidi ha avuto inizio poco dopo la morte della Marchesa Lucrezia D’Ateleta di Montevago, il cui cadavere, che dovrebbe riposare nel Wellington Cemetery, non è più nella bara.
La marchesa, oltre ad essere stata la musa ispiratrice di Gabriele D’Annunzio, che le aveva dedicato alcuni versi, era appassionata (come Fountain) di occultismo e, attingendo a pratiche negromantiche, avrebbe creato un suo calco in cera grazie al quale sarebbe poi potuta tornare in vita. Il recupero di questa figura di cera potrebbe porre fine alla serie di suicidi che sembrano indotti dall’influsso magnetico della marchesa.
Inizia un viaggio attraverso l’Europa e la prima tappa è Venezia, dove, nella “casa mozza” appartenuta alla defunta, potrebbe trovarsi la figura di cera. La nuova proprietaria è Peggy Guggenheim, che ha solo sentito parlare della marchesa. Le ricerche si rivelano infruttuose.
Con un aereo militare Seymour parte per la Germania, accompagnato dallo studente Piers Clarence, il cui anticonformismo diventa spesso fonte d’imbarazzo. Troveranno solo le rovine dell’impero di Hitler e, sebbene abbiano modo di approfondire le nozioni occulte che hanno costituito le fondamenta del nazismo, non troveranno traccia della scultura.
Probabilmente, la silouette in cera della marchesa non si è mai spostata da Londra.
Seymour, la voce narrante del romanzo, durante le tappe che percorre per trovare la figura di cera, è accompagnato da una presenza inquietante, nascosta nelle ombre, le cui incursioni nella realtà gli provocano un profondo sconvolgimento, raggelandolo dal terrore. Questa è una caratteristica di numerosi film dell’orrore, a cominciare da quelli della Hammer, che l’autore è riuscito a mettere nelle pagine del suo romanzo rendendo i colpi di scena perturbanti quanto le pellicole.
Gli elementi orrorifici s’insinuano in una trama prettamente noir che, come mette in evidenza Stefano Priarone nell’introduzione, ricorda Conan Doyle per quanto concerne lo stile e per la scelta di affidare a un comprimario il ruolo di narratore. I personaggi sono verosimili e credibili, l’unico elemento che, seppur protagonista, appartiene all’ambito del racconto e del leggendario, è la marchesa, le cui azioni sono ravvisabili a sconcertanti percezioni soggettive.
La prosa di Riccardo D’Anna è pulita ed elegante; nel corso della narrazione compaiono interessanti riferimenti storici, frutto di una meticolosa documentazione, ulteriormente chiariti dal ricco apparato di note.
Risorse Web:
Gargoyle Books
Questo libro è decisamente coinvolgente, scrittura scorrevole e colta, quel tanto da immergere nell'intreccio i personaggi storici, suscitare brividi di apprensione e considerare 'La figura di cera' un testo di piacevole lettura. Personalmente amo l'intrusione della storia nei racconti.
RispondiEliminaHo consigliato la lettura ad altri.
an ma
Ciao Anna Maria e grazie per aver visitato il nostro forum, ci trovi pienamente d'accordo con le tue considerazioni è, infatti, davvero difficile trovare un romanzo "vampiresco" con la stessa forza evocativa e coerenza con i riferimenti storici.
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