domenica 13 marzo 2011

Carlo Menzinger & Simonetta Bumbi, "Il Settimo Plenilunio"

Titolo: IL SETTIMO PLENILUNIO
Autore: CARLO MENZINGER, SIMONETTA BUMBI
Anno: 2010
Edizione: LIBERODISCRIVERE
Copertina: LUCA OLEASTRI
ISBN: 978-88-7388-252-7
Pagine: 242
Lo scorso anno, l’editore Liberodiscrivere ha pubblicato il romanzo Il Settimo Plenilunio, di Carlo Menzinger, Simonetta Bumbi e Sergio Calamandrei (non accreditato in copertina, ma, a tutti gli effetti, un terzo autore). Si tratta, infatti, di un romanzo “collettivo”, come spiega Menzinger nell’introduzione, ma anche una “gallery novel”, a cui hanno contribuito diciassette artisti con numerose illustrazioni.

Un imprecisato futuro. Alla conferenza “Vampirismo e licantropia: origini della leggenda”, il professor Michele Moretti annuncia la sensazionale scoperta di due divinità alla base delle leggende sulle creature della notte, il dio degli abissi Ecatron e la dea della notte Saravhan. Tutto è partito dal ritrovamento di un manoscritto del decimo secolo, che anticiperebbe di molti secoli la nascita di questi miti. Una giovane donna, dalla folta chioma rossa, segue attenta tra il pubblico, poi avvicina lo studioso, dicendo di volergli mostrare una versione più antica del manoscritto, di origine mesopotamica. Il giorno dopo, il cadavere massacrato del professore viene trovato in un vicolo.
La misteriosa donna dai capelli rossi, Esharhamat, lavora presso la Fastissimo, leader dei collegamenti psycoweb. Il suo ultimo incarico è il “caso De Mastris”, un ricco e potente magnate che ha richiesto l’installazione di una linea di psyco-comunicazione tridimensionale. Il tecnico che accompagna Esha è Chew Huang, per gli amici “Chewing Gum”, giovane italiano di origini cinesi. I due partono con l’idrobike, per un viaggio di una quarantina di chilometri. Nonostante Chew sia fidanzato con Sonia Stefani, coraggiosa agente di polizia, durante il tragitto non riesce a resistere ad un’attrazione animale verso la donna, che ricambia le sue attenzioni: entrambi sono dei licantropi, ma nessuno dei due conosce la natura dell’altro. Dopo un piccolo incidente, causato dalla distrazione di Chew, i dipendenti della Fastissimo raggiungono l’abitazione di De Mastris, un vero e proprio castello. Il ricco padrone di casa rivela presto la sua natura di vampiro, ma per Chew ed Esha sarà troppo tardi per fuggire, una volta scoperto il piano di attacco contro i lupi mannari, pianificato dai succhisangue per la notte del Settimo Plenilunio.

Il Settimo Plenilunio è una sorta di Underworld futuristico, che fonde in maniera convincente la fantascienza e il genere horror a base di vampiri e licantropi. La componente SF si rivela nelle ingegnose invenzioni degli oggetti e dei servizi di uso comune nel futuro, come le psyco-mail, messaggi elettronici tridimensionali inviati attraverso un chip installato dietro l’occhio (con l’inconveniente di non poter evitare di rispondere), o i siso, sogni sintetici indotti, che si consumano nelle dorate psycoteche. Tutto sommato, però, il mondo descritto non è tanto diverso dal nostro: i ritardi della Fastissimo, gli imbrogli delle banche, il potere dei ricchi e delle multinazionali sembrano proiezioni in avanti della nostra società.
Ben costruita è anche la mitologia alla base della società dei vampiri e dei licantropi, creature nate in seguito ad una maledizione di Ecatron, alle quali Saravhan, mossa a pietà, fece dono dell’immortalità. Per la verità i vampiri non risultano particolarmente attraenti, essendo tratteggiati come esseri arroganti e sadici. Ne escono meglio i lupi mannari, che, pur essendo mostri sanguinari, hanno un cuore: si innamorano, soffrono, sono solidali, semplici nei loro istinti primari. Bello, in particolare, il passaggio in cui viene descritto il funzionamento del cervello di Chew: «i pensieri nella sua mente di lupo scorrevano in modo strano, diverso, più lento, più essenziale. Erano pensieri animaleschi. Non era più capace di veri ragionamenti. I sentimenti, però, erano sempre vivi e forti. La mente funzionava bene nel cercare modi per predare o per fuggire ai pericoli. Non aveva spazio per molto altro. C’era, comunque, uno spazio per l’amore».

Risorse Web:
Il sito di Menzinger
La legenda di Carlo Menzinger
Il blog di Simonetta Bumbi
Liberodiscrivere
 

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