Regia: ALAN GIBSON
Soggetto: DON HOUGHTON
Sceneggiatura: DON HOUGHTON
Interpreti: PETER CUSHING (Van Helsing), CHRISTOPHER LEE (Dracula)
Durata, Col., Orig.: 88’, C, GB
Produzione: HAMMER
Anno: 1973
TRAMA
Londra, 1974. L’agente Hanson (Maurice O’Connell), infiltrato in una setta, viene smascherato, ma riesce a fuggire e viene portato al quartier generale dei Servizi segreti. Prima di spirare per le gravi ferite riportate, grazie al suo racconto e alle registrazioni, i superiori, Peter Torrence (William Franklyn) e il colonnello Mathews (Richard Vernon), riescono a ricostruire quanto accadeva nelle messe nere celebrate a Pelham House, una villa isolata sede di un ente di ricerca. La sacerdotessa, Chin Yang (Barbara Yu Ling), versava del sangue di gallo su una donna nuda distesa su un altare. Gli adepti, uno per volta, si bagnavano le mani e si segnavano la fronte con una croce capovolta, per essere maledetti nel «solenne battesimo di sangue». La sacerdotessa quindi pugnalava la donna sull’altare, la quale si rialzava mentre la sua ferita si rimarginava misteriosamente.
Tra i partecipanti vengono riconosciute alcune personalità di spicco della società britannica: John Porter (Richard Mathews), deputato e ministro in carica, il generale Arthur Freeborne (Lockwood West) dello Stato Maggiore, il latifondista Lord Carradine (Patrick Barr) e il professor Julian Keeley (Freddie Jones), premio Nobel, esperto in microbiologia e capo dell’omonima fondazione. A supporto delle indagini vengono coinvolti l’ispettore Murray (Michael Coles, già incontrato in 1972: Dracula Colpisce Ancora!) dei Servizi speciali, il professor Lorrimer Van Helsing e la nipote Jessica (questa volta interpretata da Joanna Lumley), diventata suo valente braccio destro.
Il professore subito realizza di avere a che fare con una setta dedita al culto del Vampirismo. Per prima cosa si reca dal professor Keeley, sua vecchia conoscenza. Quando vede Van Helsing, lo scienziato si mostra piuttosto seccato e nervoso, ma comunque gli spiega di aver concluso in tempo ciò che gli era stato ordinato di fare: sviluppare una variante più virulenta e mortale del Bacillus pestis, la peste bubbonica. Colpito da un uomo della setta, quando riprende i sensi Van Helsing trova Keeley impiccato al soffitto.
Durante le indagini, Torrence e Mathews vengono sorpresi dagli uomini della setta, mentre Jessica e Murray sono fatti prigionieri. Intanto il professore si reca all’ufficio di Denham, misterioso finanziatore della Fondazione Keeley, che vive recluso nel suo palazzo. Van Helsing scopre che Denham altri non è che Dracula, ma nello scontro viene sopraffatto e condotto a Pelham House. È infatti ormai giunta l’ora del “Sabba degli incorrotti”, rito con cui Dracula intende far partire la sua satanica apocalisse e fare di Jessica la sua sposa.
CRITICA
I Satanici Riti di Dracula segna il definitivo abbandono del tipico “stile Hammer”, a favore di un orrore e di un erotismo più esibiti e spregiudicati. Il gotico è ormai confinato tra le volte di sotterranei dai mattoni grigi che ricordano le classiche cripte, con tanto di bare abitate. Ed è proprio nelle cantine che si svolgono le scene più orrifiche e claustrofobiche, con vampire/sanguisughe confinate nel sottosuolo che cercano di ghermire le “creature di superficie” capitate a tiro, in visionarie sequenze di aggressioni/stupri vampirici (una tra diverse ottime intuzioni registiche di Gibson). Tutt’altro discorso per Dracula/Lee, che viene finalmente attualizzato e «immerso nel mondo moderno»,1 un vampiro capitalista che gira in completo e senza mantello!
Sullo sfondo di una metafora socio-politica,2 l’horror è maggiormente contaminato con il poliziesco, e forse ciò rende i riti satanici ancor più spiazzanti, grazie alla presenza di registrazioni documentaristiche delle celebrazioni e dell’estetica demoniaca (anche se risultano troppo verbosi i sermoni della sacerdotessa cinese Chin Yang, che d’altro canto evoca un «esotismo predatorio e magico»3). Dracula diventa qui un vero e proprio anticristo con tanto di fedeli, anche se abilmente Gibson, nonostante molte affabulatorie spiegazioni, non svela più di tanto i meccanismi e le logiche della setta. Per lo più ne mostra gli orrori e le nefande azioni. D’altra parte con Dracula c’è poco da discutere, animato com’è da un’inquietante logica del Male puro, tra cavalieri portatori di peste e un aspirato «Crepuscolo degli Dei».4
Gibson si addentra ancor più che in passato in una mistica rituale del sangue. Come spiega Van Helsing in una vera e propria lezione sul culto del Vampirismo, «nelle ere primitive [...] i culti più radicali erano quelli che prevedevano l’adorazione della più mistica di tutte le sostanze, la fonte stessa della vita, la glorificazione del sangue». Per di più, il professore è qui impegnato non solo nel confronto fisico con croci e paletti, ma anche in un profondo e avvincente scontro verbale con il guru Dracula, e in misura diversa con Keeley, “scienziato pazzo” preda di un delirio ossessivo e vittima delle manipolazioni del Conte. Van Helsing non potrà che uscirne vincitore, con la sua “dialettica dal volto umano”. Magistrale l’interpretazione di Peter “Props” Cushing, che usa le sigarette come punteggiatura dei dialoghi e dispensa biscotti come ostie ai discepoli.5
Criticato da molti (tra questi lo stesso Christopher Lee, qui per l’ultima volta nei panni del conte vampiro), da altri apprezzato e giudicato per certi versi superiore al precedente,6 I Satanici Riti di Dracula risulta in definitiva un’ottima pellicola horror, senz’altro da rivalutare e, soprattutto, rivedere.
NOTE
1. Franco Pezzini e Angelica Tintori, Peter & Chris. I Dioscuri della notte, Gargoyle, 2010, p.342 (citazione di R.Salvagnini da F.Zanello, Christopher Lee – il principe delle tenebre, Profondo Rosso, 2008).
2. Ibid.
3. Franco Pezzini e Angelica Tintori, The Dark Screen. Il mito di Dracula sul grande e piccolo schermo, Gargoyle, 2008, p.609.
4. Ibid., p.610.
5. Pezzini e Tintori, Peter & Chris, cit., p.344 (da M.A.Miller, Christopher Lee and Peter Cushing and Horror Cinema, McFarland & Co., 1995).
6. Pezzini e Tintori lo giudicano «divertente e originale», improbabile, «un po’ surreale» e con «un buon ritmo» (Pezzini e Tintori, The Dark Screen, cit., p.605). Salvagnini apprezza il «clima livido e autunnale» della prima parte, ma trova l’intervento di Dracula «estraneo alla vicenda e poco credibile nel contesto», in un film che «manca di mordente», ma che è comunque «gradevole» (Rudy Salvagnini, Dizionario dei film horror, Corte del Fontego, 2007, p.622).
Risorse Web:
Scheda di Imdb
Al secolo, Peter Cushing di Franco Pezzini
Peter Cushing, ascetico Van Helsing
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