sabato 2 novembre 2013

J.S. Le Fanu nipote, "Il Ritorno di Carmilla"

Titolo: IL RITORNO DI CARMILLA. LA VAMPIRA INNAMORATA
Autore: J.S. LE FANU NIPOTE
Curatore: GORDIANO LUPI
Anno: 2011
Edizione italiana: EDIZIONI IL FOGLIO, 2011
Traduzione: GORDIANO LUPI
Copertina: ROSITA AMICI
ISBN: 978-88-7606-331-2
Pagine: 162
L’infaticabile scrittore-editore Gordiano Lupi, già coautore con Maurizio Maggioni del saggio vampiresco Dracula e i Vampiri e di vari libri sul cinema horror, ha curato e tradotto per le Edizioni Il Foglio la versione italiana de Il Ritorno di Carmilla di J.S. Le Fanu nipote. Si tratta di una riscrittura in chiave moderna del classico Carmilla, in un’edizione arricchita da una approfondita introduzione sulla letteratura vampiresca, da altri racconti e dalle illustrazioni di Rosita Amici.

Il Ritorno di Carmilla: Laura racconta di quando, diciottenne, viveva col padre Antonio, famoso ortopedico, in un castello sulla collina di Coverciano. In quel periodo ebbe la notizia della morte di Berta Spinelli, sua amica e segreta amante, a causa di un male misterioso. Lo stesso giorno avvenne un incidente d’auto e la giovane conducente, Carmilla, fu portata al castello e vi rimase per la convalescenza.
Laura fu conquistata dalla bellezza dell’ospite e ben presto ne divenne l’amante. La nuova arrivata era curiosamente identica alla fanciulla di un vecchio incubo di Laura, ma anche all’antico ritratto della contessa Mircalla dell’estinta famiglia Karnstein, antenati della moglie di Antonio. Carmilla rimaneva però riservata sulla sua vita, spariva per ore dal castello e pronunciava frasi enigmatiche sulla morte e sull’amore. Nelle notti di Laura tornarono gli incubi, insieme alla sensazione di due aghi nel petto, e la giovane iniziò a deperire a vista d’occhio.
A quel punto Spinelli, visibilmente invecchiato, giunse al castello. Condusse gli amici a Fiesole, per cercare le tombe dei Karnstein, i cui membri continuavano a vagare di notte a caccia di sangue. Furono proprio due di loro, Mircalla e la misteriosa madre, a guadagnarsi la fiducia e l’ospitalità di Spinelli, facendo di Bertha la loro ultima vittima. Ma finalmente, con l’aiuto del barone Vordenburg, un tempo amante di Mircalla, venne ritrovata la tomba e la vampira incontrò il suo destino.

Rosita Amici

La Belva dei Carpazi: Proiettando il lettore nella psiche mostruosa della «contessa Dracula», questo racconto ne narra, con generosa profusione di orrori e sadismo, la sanguinosa vicenda su due piani temporali: i ricordi di Erzsébet Báthory del 21 agosto 1614 nel castello di Csejthe e gli atti del processo tenuto il 2 gennaio 1611.
György Thurzò, governatore di Presburgo, testimoniò che la Báthory, convinta che il sangue avesse l’effetto di far ringiovanire la pelle, fece uccidere oltre seicento fanciulle vergini per fare il bagno nel loro sangue. Essendo di nobile famiglia, la Báthory non poteva essere condannata a morte come i suoi complici, Jò Ilona e Ficzkò, e fu murata in un appartamento nel suo castello. Qui, impietosamente, le venne lasciato uno specchio, così che potesse osservare lo scorrere del tempo sul suo volto. Il terrore di vedersi vecchia e brutta spinse Erzsébet all’unica soluzione possibile per non lasciar corrompere la sua bellezza.

Il Diario di Dracula: Il voivoda valacco Vlad III racconta con le sue parole, sulle pagine di un diario, gli aneddoti tramandatici dalla tradizione su alcuni cruenti episodi del suo regno. Ne esce il ritratto di un sovrano crudele e sadico, ma anche efficace in battaglia e nella lotta al crimine. Dracula dimostra anche un suo senso della giustizia e dell’eguaglianza, quando sostiene che «la legge è uguale per tutti, anche per i boiari e per i preti»: «il supplizio è uguale per tutti».

Nonostante questa sia una riscrittura di Carmilla, non mancano le differenze con l’originale: il padre di Laura è un medico e ha un nome, si cita l’ubicazione precisa di un castello e vengono italianizzati i nomi. E, soprattutto, viene esplicitata la sottotrama erotica, più che altro suggerita da Le Fanu. D’altra parte le fantasie di Laura sono quelle di una ragazza consapevole e disinibita. Come sotto un incantesimo, la narratrice non si lascia condizionare dai dubbi e dai misteri che circondano Carmilla: l’amore, un amore che ha molto di fisico, sembra rendere insignificante ogni incertezza.
In definitiva, pur sacrificando molto dell’ambiguità e delle allusioni dell’originale lefanuiano, questa versione guadagna in materialità e concretezza, dando finalmente corpo alla sensualità soffocata di Laura.

Risorse Web:
Sito di Gordiano Lupi
Edizioni Il Foglio
 

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