giovedì 6 ottobre 2011

Dampyr - N.138

Titolo: DAMPYR, N.138
Episodio: VALZER CAJUN
Soggetto: DIEGO CAJELLI
Sceneggiatura: DIEGO CAJELLI
Disegni: GIULIANO PICCININNO
Colori: no
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: OMAR TUIS
ISBN: no
Pagine: 96
Edizione: SERGIO BONELLI, 09-2011
In tutte le edicole è disponibile il numero 138 di Dampyr e, come il titolo lascia presagire, l’avventura di questo mese si svolge nelle insidiose paludi della Louisiana.

Il professor Milius invia Harlan e Kurjak alla ricerca di un gruppo di studiosi di musicologia, misteriosamente scomparsi mentre svolgevano una ricerca presso la popolazione Cajun in Louisiana. Gli studiosi cercavano notizie riguardanti il valzer “Saman Patou”, di cui il dampyr ha ricevuto una copia, e inaspettatamente finiscono prigionieri e tenuti in catene da una mostruosa famiglia.
Kurjak e il dampyr, sulle tracce dei musicologi, si perderanno nel Bayou e rischieranno la morte incontrando i proiettili dei carcerieri. Entrando in una baracca isolata nel mezzo della palude, Harlan si troverà davanti a Saman Patou, un’entità demoniaca proveniente da un’altra dimensione, che si sta rigenerando grazie ai sacrifici umani offertigli dagli abitanti della zona.

Cajelli, a dispetto di chi è abituato a considerare la Louisiana il teatro di romantiche storie di vampiri alla Anne Rice, preferisce enfatizzare le insidie del Bayou e gli aspetti contorti delle persone che vivono isolate dal mondo civile. La grottesca famigliola, che ha preso a cuore la “salute” del demone, non è dissimile da quelle che abbiamo visto in alcuni film horror moderni, simili le dinamiche parentali a partire dalla “dolce” mammina. Il valzer di Saman Patou ricorda le macabre strofe di alcune Nursery Rhymes, dove l’horror è un elemento con cui ci si confronta quotidianamente. Lo sceneggiatore mantiene alta la tensione per tutto lo svolgimento della trama, non mancando di sorprendere con inaspettati colpi di scena, e il finale è lasciato aperto a un eventuale ritorno del demone in un’avventura successiva.
Dettagliatissimi i disegni di Piccininno, sia nel proporre l’intricata vegetazione palustre, che nell’illustrare gli interni della baracca/prigione, evocandone l’atmosfera claustrofobica e terrificante.

Risorse Web:
Il blog di Diego Cajelli
Diego Cajelli su Wikipedia
Giuliano Piccininno su Wikipedia
Sergio Bonelli Editore
 

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