venerdì 30 settembre 2011

Maxi Dampyr - N.3

Titolo: MAXI DAMPYR, N.3
Episodi: 1.MAGIA AFRICANA, 2.LA NOTTE DELLA TARANTA, 3.MAREA ROSSA
Sogg. e scenegg.: DIEGO CAJELLI (ep.1), ALESSANDRO CRIPPA (ep.2), ANDREA ARTUSI e IVO LOMBARDO (ep.3)
Dis.: FABRIZIO RUSSO (ep.1), ARTURO LOZZI (ep.2), LUCA RAIMONDO (ep.3)
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: OMAR TUIS
Pagine: 288
Edizione: SERGIO BONELLI, 07-2011

In tutte le edicole è disponibile il terzo Maxi Dampyr, con tre avventure autoconclusive, nelle quali vediamo il debutto, in questa testata, di nuovi sceneggiatori e artisti.

In Magia Africana, l’infermiere del Medical Team, Arno, contatta la squadra del dampyr affinché indaghi su alcuni omicidi di natura evidentemente soprannaturale. Giunto in Uganda, Harlan si trova in mezzo alla faida fra due bande di malviventi capeggiate da Lisimba e Mabasi. Quest’ultimo è convinto che tutti gli stregoni della Black Mbandwa siano stati sterminati quando, anni prima, diede alle fiamme il loro villaggio, ma dovrà ricredersi quando Lisimba gli chiederà di unire le loro forze per fermare il mojo, un feticcio animato responsabile degli omicidi. Durante uno scontro nell’accampamento di Lisimba, Harlan fermerà il mojo uccidendo lo stregone che lo ha creato. Per la Black Mbandwa, però, sarà finita solo quando tutti gli stregoni otterranno vendetta.

La Notte della Taranta porta Harlan in Puglia per indagare sul fenomeno del tarantismo. Recentemente è stato trovato il cadavere di una donna in un campo, con il corpo completamente coperto dalle tarantole; si tratta della seconda vittima degli aracnidi e la popolazione sospetta che si tratti di una maledizione. In quei giorni, Giordano, un musicoterapista, si trova nel Salento per una tournée e aiuterà il dampyr a far luce su una truce vicenda accaduta trent’anni prima. I responsabili, mafiosi della Sacra Corona Unita, grazie ad Harlan subiranno la giusta punizione.

Nelle Filippine si sta verificando il fenomeno della Marea Rossa. Quando le microscopiche alghe colorano il mare, alcuni biologi subiscono l’aggressione da parte di un gruppo di zombi guidati da Dunerjuf, lo scienziato che li ha animati. Harlan, Kurjak e Tesla si recano sul posto, inviati da Caleb Lost, e si uniscono al team del professor Walenka per trovare una soluzione che fermi Dunerjuf e il suo esercito di morti viventi.
Gli zombi rispondono a una cantilena intonata da Dunerjuf, mA gli ultrasuoni emessi da alcuni animali interferiscono con la nenia confondendoli. Uno strumento a fiato, nascosto in una grotta, costringerà i morti viventi a rivolgere la loro aggressività al padrone e metterà in salvo alla squadra del dampyr e l’équipe di Walenka.

Magia Africana di Cajelli coniuga l’azione agli elementi magico orrorifici, tenendoci sul filo del rasoio fino alla conclusione, in cui, con grande arguzia, lo sceneggiatore rielabora il famoso racconto “La Bambola” di Richard Matheson. Fabrizio Russo riproduce egregiamente i diversi scenari della vicenda e ci fa sussultare con agghiaccianti inquadrature del mojo.
Ne La Notte delle Taranta apprezziamo la scelta dell’ambientazione italiana in una Puglia ricca di tradizioni folkloriche. Le regioni italiane hanno fatto da sfondo a numerose e bellissime avventure dampyriane, dimostrando la grande sensibilità dello staff bonelliano nei confronti del nostro Paese. Le conseguenze del morso della tarantola sono “curate” con il ballo tradizionale, la Tarantella, ma qui vediamo che il “male” non è portato dai ragni, bensì dalla mafia, una piaga sociale ancora attiva e letale. Il soleggiato Salento è reso vivido nei paesaggi di Arturo Lozzi. L’artista ci mostra primi piani e figure molto dettagliate e precise ed ha il merito di aver illustrato il dampyr più sensuale mai visto nel corso della serie.
La Marea Rossa aggiunge un nuovo elemento alle nostre conoscenze sul sangue del dampyr: Artusi e Lombardo gli conferiscono proprietà terapeutiche se trasfuso in una vittima del morso di uno zombi.
Nelle ultime due avventure è posta particolare enfasi sulle proprietà magiche della musica che, fin dai tempi del “pifferaio magico”, è capace di operare cambiamenti nella mente di chi ascolta diventando, quindi, uno strumento maligno, oltre che terapeutico.

In memoria di Sergio Bonelli (1932-2011)

Risorse Web:
Il blog di Diego Cajelli
Il blog di Alessandro Crippa
Andrea Artusi su Wikipedia
Il blog di Arturo Lozzi
Il sito di Luca Raimondo
Sergio Bonelli Editore
 

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