martedì 12 aprile 2011

Giovanni Buzi, "Le Dieci Morti di Tran-Silvana"

Titolo: LE DIECI MORTI DI TRAN-SILVANA
Autore: GIOVANNI BUZI
Anno: 2011
Edizione: EDIZIONI IL FOGLIO
Copertina: n.i.
ISBN: 9788876062469
Pagine: 164
Il Foglio Edizioni ha recentemente pubblicato Le Dieci Morti di Tran-Silvana di Giovanni Buzi, pittore e scrittore prematuramente scomparso nel marzo dello scorso anno. Si tratta di un’antologia di racconti horror-thriller con ampie concessioni all’erotico, tra cui non manca una storia di vampiri. Protagonista è la bellissima Silvana, ventiduenne trans proveniente da un non meglio identificato paese dell’Est, calata, di volta in volta, in situazioni e generi diversi.

Ghiaccio: Il giorno del matrimonio di Andrea e Luisa è ormai prossimo. Tutto è pronto: inviti, bomboniere, ristorante e chiesa prenotati. Una notte, però, Andrea inizia a sentire in sogno una voce femminile, che lo chiama e gli chiede di raggiungerlo. Il richiamo si fa sempre più insistente e irresistibile, notte dopo notte, finché Andrea non si decide a partire per l’estremo nord. Dopo un lungo viaggio attraverso sterminate distese bianche, raggiunge la creatura che l’ha chiamato a sé: una donna con ali di pipistrello, intrappolata in un blocco di ghiaccio. La vampira si libera e gli si avvicina, scoprendo denti traslucidi come ambra e ammiccando con magnetici occhi smeraldo. Dice ad Andrea di essere la sua sposa e che lui appartiene alla sua razza. Ma, perché lei possa rivivere, l’uomo deve farle bere il suo sangue.
Silvana, la figlia di Frankenstein, oltre che un’originale riproposta del personaggio di Mary Shelley, è una delle storie più riuscite e divertenti della raccolta, che ricorda l’atmosfera maliziosa e spensierata di certi fumetti erotici degli anni Settanta. Madame Frankenstein aspetta con ansia, nella sua casa nel bosco, il ritorno dell’amato figliolo Silvano, ma avrà una sgradita sorpresa quando vedrà quanto egli sia cambiato.
Silvana si ritrova, poi, a trattare con facoltosi collezionisti di statue (Tran-Silvana), a svolgere lavori sgradevoli e pericolosi (Dissonanze), a trascorrere il tempo con una curiosa compagnia, a sua perenne disposizione nel salotto (Riflessi vitrei), a scoprire proprietà sconosciute degli zaffiri (Blu zaffiro). In Estatiche tigri, viene catapultata in un mondo tutt’altro che piacevole da due studenti universitari, alla ricerca di droghe sempre più potenti.
Nel lovecraftiano Sotterranei, Mauro, seguendo una figura incappucciata, finisce nel regno di Silvana, una strana caverna dominata da una gigantesca testa di Medusa.
Senza cuore è un avvincente giallo, in cui l’ispettrice Lucilla Simonetti indaga sull’omicidio di Silvana, privata del cuore.
Con La collana di perle celesti, vincitore del Premio Profondo Giallo 2005, entriamo a casa Pincio Grillanda, dove si cela il segreto di una collana di perle contenenti occhi celesti e del ritratto dell’antenata Silvana, morta nel 1783.

Questi gustosissimi racconti, molti dei quali narrati in prima persona, sono storie dissacranti, visionarie, ironiche, sanguinarie, surreali, prive di buonismi ipocriti e moralismi, in cui l’orrore viene condito con un erotismo talvolta tendente alla perversione, ma sempre sincero, vero, libero. La bravura dell’autore, oltre che nella fervida inventiva e nella notevole capacità narrativa, sta anche nel creare immagini: come quella di Tran-Silvana infilzata alle due estremità come uno spiedo o, più poeticamente, nell’atto di prepararsi davanti alla consolle dello specchio, o ancora la memorabile descrizione di un cuore infilzato da tre forchette e posto su un vassoio d’argento, metafora splatter della fragilità di Silvana.
Molti i momenti e i personaggi divertenti. Su tutti, la moglie di Frankenstein, profondamente umanizzata nei suoi tic e nelle sue fissazioni, come quando si dà «una grattatina proprio là, in quel punticino di sutura della pelle posticcia che le ricopriva il cranio e che, ogni anno agli inizi dell’inverno, le prudeva».
L’atmosfera evocata nei racconti è pregevole: deliri tossici, distese ghiacciate perse in vortici di silenzio, suggestioni lovecraftiane, tra creature tentacolate e squarci di profondità ipogee romane. E Roma diventa più che semplice sfondo, elemento narrativo essa stessa: una città fatta di pietre, puzza, fiori, stemmi, oleandri, gioielli e merda, che raramente è stata così vera sulla pagina scritta, tra penombre spazzate dai raggi laser delle discoteche, musica da perforare i timpani, fumo, tassi alcolici fuori legge.
La vera protagonista, però, è lei, la “pluriaccessoriata” Silvana: donna-uomo fatta di carne e sangue, è la regina di questo regno di cellulosa e inchiostro, creatura realmente viva, in quanto portatrice sana di emozioni, sentimenti, desideri. Le sue controparti, con miserabili motivazioni, sono poco più che larve schiacciate dalla falsità, dalla cupidigia, dal conformismo, dalla cattiveria gratuita. Ma non per questo Silvana nega loro la «Suprema Illusione» di essere forti, necessari, potenti come Dio. Perché lei ama «la falsità. Non la Luce diretta, ma i suoi riflessi. Non la Bellezza, ma il belletto»: Silvana è unica nel suo (trans)genere.

Risorse Web:
Sito dell’autore
Buzi su Wikipedia
Le Dieci Morti di Tran-Silvana sul sito dell’editore
Il Foglio Letterario
 

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