martedì 16 novembre 2010

Dampyr - N.128

Titolo: DAMPYR, N.128
Episodio: LA LOCANDA DELLE ULTIME FESTE
Soggetto: SAMUEL MAROLLA
Sceneggiatura: SAMUEL MAROLLA
Disegni: ARTURO LOZZI
Colori: no
Copertina: ENEA RIBOLDI
Lettering: OMAR TUIS
ISBN: no
Pagine: 96
Edizione: SERGIO BONELLI, 11-2010

Il numero di novembre di Dampyr contiene una sconvolgente avventura, sceneggiata da Samuel Marolla, ambientata nella Foresta Nera, dove alcune rovine dimenticate originano incubi macchiati di sangue.

Harlan è stato chiamato a indagare sulla malvagia influenza che Waldo Zacharius, il defunto gestore della “Locanda delle Ultime Feste” esercita sugli abitanti di Ruhenwald. L’oste praticava il cannibalismo e fece numerose vittime prima di morire nell’incendio che distrusse la locanda.
Mentre esegue un sopralluogo sulle rovine della locanda, Harlan incontra Klaus; quest’ultimo, da bambino, si avventurò nella foresta con un coetaneo e riuscì a fuggire dal luogo maledetto vincendo una partita a dadi con il proprietario, purtroppo il suo amico non ebbe la stessa fortuna.
Harlan invita Klaus ad incontrare l’anziano studioso di folklore tedesco Johannes Shneider e i due, insieme, assistono alle manifestazioni radiofoniche dell’attività soprannaturale che ancora origina dalla locanda. Successivamente lo studioso riceve la visita del fantasma di Zacharius, alla quale non sopravvive.
Il dampyr non tarda a sospettare di Klaus come candidato per ospitare lo spirito del malvagio locandiere. I necessari chiarimenti avranno luogo nella locanda dalla quale Harlan riuscirà a fuggire prima che sia distrutta dalla mente di Klaus.

Samuel Marolla, col suo esordio dampyriano, propone una grandiosa sceneggiatura di un vero e proprio racconto dell’orrore. Non compaiono i maestri della notte, ma il lettore non viene deluso: il vampirismo diventa psichico e le vittime ricevono i medesimi danni inferti da una copiosa suzione di sangue, la mente vacilla e diventa il ricettacolo delle tracce ectoplasmatiche rimaste in un luogo maledetto.
La storia, già di per sé meravigliosamente orchestrata, acquista maggior valore grazie alle tavole di Arturo Lozzi, nelle quali traspare l’angoscia nei volti dei protagonisti e, come nei miglior film horror, la trepidazione diventa contagiosa facendo sussultare il lettore quando, volgendo lo sguardo all’inquadratura successiva, incontra il ghigno malefico di Waldo Zacharius.

Risorse Web:
Il sito di Samuel Marolla
Il blog di Arturo Lozzi
Sergio Bonelli Editore
 

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